Annali d’ Italia: fece fperar facile la' conquida. Nel dì 29. di Ottobre fi cominciò dunque ad attediarla ; li fpiegarono tutte le macchine di guerra , nè fi lafciò indietro tentativo alcuno per vincere . Md fi trovarono sì rifoluti i Cittadini alla difefa, che quantunque folle quella Città , per così dire , bambina , e fecondo Gotifredo Mota) Goiejr.naco (¿), non peranche cinta di mura, ma folamente provvedichronic. dura di una profonda fotta ( il che viene atterito dall’Autore del- (b) Card, de la Vita d’Alettandro III. (¿) ), pure nulla vi profittò 1’efercito vuì°Ain imPer‘a^e* Lafcerò confiderare ad altri, che capitale debba far-xandrìj. fi dell* Urfpergenfe, allorché fcrive di Alettandria: E rat tamen circundata fojfatis, & muris firmijflmis. Federigo, Principe di coftanza mirabile nelle fue imprefe, benché le pioggie avellerò allagata quella pianura, pure determinò di pattare più tolto il verno fotto quella Città nelle tende, che di ritirarli a più agia- (c) Sigonìus ti quartieri. Se vogliam credere al Sigonio ( c ) , i Milane!! , baite8™,+ Piacentini, Bresciani, e Veronefi , cialcun Popolo col proprio Carroccio, vennero in quell’Anno a pollar!! tra Voghera e Ca-ftiggio, per dar foccorfo airattediata Città. Alla villa del loro ardire non potendoli contener l’Imperadore , venne ad attaccar con etto loro battaglia : verum acie puljus vix incolumis Cla-Jlidium fe recepii. Niun fondamento truovo io di quello fatto d’armi, e di tal vittoria de’Collegati nelle antiche Storie, le quali anzi infegnano il contrario. Nè fuffille, come vuole etto Sigonio, che in queft’Anno i Cremonefi e Tortone!! fi ritiraf-fero dalla Lega di Lombardia per paura di Federigo. Molto me-(¿) Pariceli, no poi fi regge in piedi l’opinione del Puricelli (d) , che i Pa-Monument. vefi fottero dianzi entrati in effa Lega. Coilantiffimi furono ¡fem-m ^pre efli nel partito di Federigo. Nella Prefazione all’Opufcolo (e) Rerum. di Buoncompagno, da me dato altrove alla luce ( e ) , fidatomi hai. 1. del tetto di Sicardo Vefcovo di Cremona, che vivea in queitir tempi, fcriffi, che l’attedio d’Ancona feguì nell’Anno 1172. Ora meglio difaminato quefto punto di Storia, credo fallato quel-tetto, e doverli riferire tale imprefa all’Anno prefente. ^u?°SaUnì R°moaldo Salernitano (/), Scrittore contemporaneo , ne parla in Chronicò. fotto quelli tempi, e gli Annali Pifani (g) più chiaramente ci (f) Annaiet additano queft’Anno. far."1 hàuc. Non riconofceva la Città d’ Ancona , coinè le circonvicine , per fuo Signore l’Imperador d’Occidente; ma godendo della Tua Libertà, fi pregiava d’avere per fuo Sovrano l’Imperador d’Oriente, o almeno di ilare fotto il di lui patrocinio. Quivi per-