Anno MCCLVII. meno tanto giudizio di non ammettere nella lor Città il perfido Eccelino , che già era giunto a Montechiaro con ifperanza d’ entrarvi ; ed eleiTero per loro Governatore Griffolino , uomo faggio ed amante della patria . Nell’ Anno prefente Filippo da Fontana Ferrarefe , Legato Apoftolico , ed Eletto di Ravenna , f°ggi°r' nando in Mantova, fpedì colà (a) Frate Everardo dell’Ordine (a) Malve# de’Predicatori, uomo di molta dottrina e deprezza, il quale con tal facondia fi adoperò, che la libertà e i beni furono reftituiti a r”.’ uàiic. i Guelfi incarcerati e fuorufciti. Quello buon principio diede animo al Legato di paiìare con poco feguito alla ftefta Città di Bre-fcia , dove riconciliò gli animi alterati di que’ Cittadini, promettendo tutti di ftar (aldi nell’antica divozione verfó la ChiefaRomana. Fecefi anche una riguardevol mutazione in Piacenza. (¿)(b)Chronìc\ Si reggeva quella Città a parte Ghibellina $ ne era Signore e ca- ^Iaunt^ po il Marchefe Oberto Pelavicino . Formata una potente congiu- r^.‘halle. ra nel dì 24. di Luglio levarono i Guelfi rumore; cacciarono dalla Città il fuddetto Marchefe, ed Ubertino Landò fuo fedel fe-guace , e fpogliarono d’armi e cavalli tutta la gente loro, con eleggere dipoi per loro Podeftà Alberto da Fontana . Quefti fece dipoi guerra a gli aderenti de’Landi, col condennarli e bandirli dalla Città. Non minor commozione civile fu in quefti tempi in Milano. ( c) Continuando Leone da Per ego Arcivefcovo coll’ affi- (c) AnnaUs ftenza de’ Nobili a pretendere il governo della Città, a quefto fuo amhiziofo difegno ripugnavano forre i Popolari, disguftati an-Rer. Italie-che di molto per la prepotenza d’effi Nobili , e per un vecchio ini* nellsGlpl!v‘2‘ quo Statuto , in cui altra pena non s’imponeva ad un Nobile , che ma Manìp* uccifo aveiTe uno del Popolo , fe non di pagare fette Lire e dena- Fior. c. 291, ri dodici di Terzuoli. Effendo appunto in quefti tempi ftato ammazzato da Guglielmo da Landriano Nobile un Popolare , per avergli fatta iftanza d’eifere pagato : il popolo di Milano prefe l’armi fi follevò ; e avendo alla lor tefta Martino dalla Torre, obbligò 1’Arcivefcovo e la Nobiltà ad ufeir di Città. Si ritirarono quefti nel Seprio , e ricevuto da i Comafchi un gagliardo rinforzo di gente, tentarono poi di rientrare in Milano, e più volte vennero alle mani co i Popolari , ma fempre colla peggio. Inter-poftofi poi Papa Aleftandro co i Cardinali, ne feguì pace, e mandati ai confini moiri de’Nobili, l’Arcivefcovo col refto fe ne tornò in Città. Allora fu, che Martino dalla Torre prefe per Moglie una Sorella di Paolo da Sorecina Podeftà de’Nobili; e il Popolo chiamato al Sindicato Beno de’ Gonzani Bolognefe allo- X 4 ra