73 meno intransigente, non aveva dato tregua agli avversari ; aveva perseguitato con inflessibilità e rigore i vescovi istriani, aderenti alla comunione lombarda ; li aveva trascinati senza misericordia a Grado e a Ravenna e segregati dal consorzio civile; aveva strappato alla loro chiesa i vescovi Pietro, Providenzio ed Agnello dell’Istria, scismatici, costringendoli di accedere a Candidiano e sottomettersi (1). Il desiderio di risolvere il complesso problema con la reciproca eliminazione rivelava la volontà di difendere tenacemente le rispettive prerogative a danno altrui. L’una e l’altra parte, risolute, propugnavano il ristabilimento dell’unità ecclesiastica, ma ciascuna a proprio benefìcio, scavando sempre più il solco, che secondo gli unanimi propositi doveva esser colmato. Nè accordo nè compromesso, per il momento, erano possibili. L’ acredine e la gelosia degli uomini si opponevano ; ma più forte controperava la situazione politica, che nei territori di confine in genere, lungo quello veneto-istriano in particolare, era diventata estremamente delicata e istigava attriti e inquietudini tra le due nazioni (2). Per l’uno o per l’altro motivo il deprecato evento della divisione spirituale, deprecato anch’esso invano, quanto quello territoriale (3), era un fatto compiuto, irrevocabile. Con il passare degli anni si rafforzava e consolidava, e faceva tramontare le speranze di rimedio. Non a caso Paolo Diacono registrò con melanconica postilla gli effetti della duplice scelta al momento della nomina dei successori (4). La fiducia di ripristinare l’antico stato di cose non aver consentito all’elezione di Candidiano, e furono costretti a presentarsi a questo (M. G. H., Epist., Ili, 693 ; Documenti cit., I, 86). Non è dimostrata l’affermazione che questi fossero i tre vescovi consacranti (di chi ?) e gratuiti sono i dubbi sopra la verità deU’asserita violenza, perchè manca ogni prova specifica in contrario. (1) M. G. H., Epist., Ili, 693; Documenti cit., I, 86. Le smentite e le riserve del Paschini (Storia, I, 108) non hanno valore, perchè non suffragate da prova alcuna. (2) Cessi, Vicende cit., I, 159 sgg. (3) M. G. H., Epist., I, 22. (4) Pattli Diaconi, Hist. Lang., IV, 33 : Ex ilio tempore coeperunt duo esse patriarcJiae.