Anno MCLXXIV. fa cagion furono, che feguì pace fra Guglielmo 11. Re di Sicilia, e i Genovefi (a), i quali ancora ftabilirono una buona (a) concordia col Marchefe- O biffo Malafpina. Un gran flagel- lo nell’Anno prefente ii fece fentire alla Città di Padova, {b )Rer. Italie. Attaccatoii il fuoco o per accidente, o per iniquità [d’ alcuno nel dì 4. di Marzo , vi bruciò più di due” mila e fecento Cafe. vù„“ Rer. Italie. Anno di Cristo mlxxv. Indizione viri, di Alessandro 111. Papa 17. di Federigo I. Re 14. lmperadore 11. RIgorqso fu il verno di queft’Anno, e ciò non ottante V intrepido Imperador Federigo non volle muovere un patto di fotto all’ attediata Città di AÌeflandria contro il parere di tutti i fuoi Principi (c). Tali e tanti furono i difagi patiti‘dalla fua tyaCa[^y* Armata in quella fituazione, che per mancanza di foraggigli pe- AUxani. 3\ ri gran quantità di cavalli, e fi feemò il numero de’ combattenti P- <• Tom. 3, o per le malattie, o perle diferzioni -, non potendo i foldati reg-Rer" italicar< gere alla penuria di tutte le cofe neceflarie . Non fi rallentava per quetto l’ardore d’etto Augutto , luiìngandoii egli di ufeirne pretto con riputazione, mercè di un’ invenzione , che gli prometteva un felice fucceffo dell’imprefa . Quefta era una mina condotta sì fe-gretamente fotterra verfo la Città , che gli Aleffandrini non fe ne avviddero giammai. Per quefta fperava Federigo di penetrare all’ improvvifo nella Città . Racconta Gotifredo Monaco (^)i(d)GoJefiid, che fe cadeva nelle fue mani alcuno de’nemici, d’ordinario liMo»achus /<* faceva impiccare -, ma che un dì ne fece pur una degna di lode.clironico' Condottigli davanti tre prigioni , ordinò tofto , che foflero lor cavati gli occhi. Efeguita la lèntenza fopra i due primi r dimandò l’lmperadore al terzo, che era un giovinotto, perchè fotte ribel- lo contro l’imperio . Rifpofe il giovane: Nulla , Signore, ho fatto contra di voi, 0 deir Imperio j ma avendo un Padrone nella Città , ho fedelmente ubbidito a quanto egli mi ha comandato. E s* egli vorrà fervire a voi contra de' fuoi Cittadini , con egual fedeltà a lui fervirò ; e quando pur mi vogliate privar della vifla, così eie-co ancora fervirò , come potrò , al mio Padrone. Da quefte parole ammanfato l’lmperadore , fenza fargli altro maìe * gli* ordinò di ricondurre in Città gli altri due accecati. Venuto il Marzo cominciava Aleffandria a fcarfeggiar troppo di viveri : del che av • niCa^