XLIV » per non difonorare fe, e il Padrone, tornò in Germania ; e con fu© »gran rammarico v’interpone quella parente!! giacché erano ri-» dotte le cofe a tal legno, che nel governo del Regno d’Italia con-» veniva dipendere dal beneplacito de’Romani Pontefici -. Se volef-» fimo qui riferire tutto ciò, eh’ei dice dopo la giuiliifima, e lode-» voi cellìone di Ridolfo Tan. 1278. trasverfalmente biafimandola , »0 mollandone del difpiacere, oltrepafferemmo i limiti, che fi ri-» chiedono in quella maniera di fcrivere. Baili la inutil vendetta, » eh’ ei prende, fubito dopo il racconto della ceiìlone , d’ un fuo 111. » Emulo già defunto : - Non cadde punto allora in peniìero alla Corte ».di Roma di pretendere Città dell’Efarcato Modena, Reggio, Par-» ma, e Piacenza, come gli adulatori de gli ultimi fecoli comincia-» rono a fognare, o a fingere con ingiuria della verità patente--. » Non è noilro, obbligo di vendicar la memoria di quello chiariffimo » uomo: nondimeno lènza dir, che quelle Città erano della ConteiTa »Matilde, e che le lafciò in eredità alla S. Sede, fenz’accennar, » che il Sig. Muratori confeffa Tan. 1243. che Innocenzo IV. (labili »in Piacenza lo ftudio generale,- e fenza rammentar col medefimo, » che il Legato Pontificio Gregorio da Montelungo Fan. 1247. cac-» ciati di Parma gl’imperiali-, con sì buon prefidio di Pontificj la di-» fefe l’anno feguente contro l’oilinato affedio di Federigo, che i’ » obbligò a sloggiare con perdita di gente , e bagaglio : ci contente-» remo folo di mitigar la collera del noilro Annaliila contro i morti, » ponendogli fotto gli occhi la iloria celebre di Francefco Guicciar-» dini, uomo che non fognava, non fingeva, e non adulava la Cor-» te di Roma Dic’egli dunque nel lib. iv. Ravenna con il Juo Efar-» cato, fotto il quale dicono includer/i tutto quello, che fi contiene da' con-» fni di Piacenza contiguo al Territorio di Pavia infino a Rimini tra i con-» fini del Po, e T Appennino. Sicché non fu inventata di pianta queila » opinione a’noilri tempi. »Forfè c’inganneremo: ma noilra opinione fi è, che più d’ogni » cofa dolga forte al Sig. Muratori la perfecuzione , ch’ebbero nello »flato Ecclefìaftico i Ghibellini, adoprandofi a tal effetto da’Ponte-» fici fin la Crociata per ismorbarlo da quella peile, che col nome » aereo di partito Imperiale, recava gravi, e univerfali danni. Ce ne » dà egli motivo, quando moftra tanta compalTione l’an. 1240. di Sa-» ìinguerra invafor di Ferrara fatto prigioniero dal Legato Pontificio, » e mandato a Venezia a finir la fua vita sì mal condotta:-Fu at-» trappolato, eg!i dice, dal Legato Pontificio, che era allora fem-» plicemente not3jo, uomo di grande attività, ma di larga cofcien->f za. Deteftò queila frode il Marchefe d’Eile, allegando l’onore, e » il giuramento : Cui Legatus ( parole di Ricobaldo ) perfuafit, ut cal-. i - » calo, J