Annali d' Italia! B Anno di Cristo mcxcix. Indizione II. d'Innocenzo ili. Papa i. Vacante l’imperio. E n c H e’ molti odiaffero in Sicilia , Puglia, e Calabria ìi picciolo Re Federigo 11. prole di chi avea fpogliato quel Regno di tante vite e di tanti tefori : pure s’erano effi quetati ai riflettere, che loro tornava meglio l’avere un Re proprio, e maflimamente dappoiché pareva , eh’ egli non potette afpirare alla Germania, del cui dominio difputavano allora Filippo, ed Ottone. Ciò non oftante fopravennero a quel Regno altri non (./) Innocent. penfati guai, che P afiliffero molto, e per lungo tempo (a). ilLL? Ep' Marquardo cacciato dalla Marca d’Ancona, fi ridufle in Puglia, ¡57- equ. ^ t0fto ebbe intefa la morte deirimperadrice Cofian^a , che ratinato un efercito di Tedefchi e d’altri Tuoi aderenti e fcape-flrati sfoderò la fua pretenfione di voler affumere il Baliato, cioè la tutela del fanciullo Federigo, a lui lafciata dall' Imperadore Arrigo VI. nell’ultimo fuo Teltamento. Era coflui anche animato e fpronato con occulta intelligenza dal Re Filippo Zio paterno di Federigo. Pafsò dunque, dopo aver prefe alcune Caftella, ad affediare la Città di S. Germano fui principio di queft’Anno , e impadronitofene l’abbandonò al Tacco de’ fuoi, per animarli a maggiori imprefe. La guarnigione de’foldati con buona parte de’ (b)Joannts Cittadini ebbe la fortuna di poteri! ritirare a Monte Cafino (¿). c‘hwnic.n° Fu Per ott0 dì attediato quel facro Luogo dal medefimo Marquar-FvJJanovte. do, e forfè giugnea coftui a compiere le fue facrileghe voglie, fe Richard.de ^ man0 Dio non rompeva i fuoi difegni. Era nel dì 15. di t triti un. Qennaj0 ^ fe^.a Mauro Abbate, fereno il Cielo. Sorfe all’ improvvifo un fiero temporale, mifto di vento, gragnuola, e pioggia, che rovefeiò tutte le tende de gli attediami, i quali forzati a cercare fcampo colla fuga, lafciarono indietro tutto l’equi-paggio , e infeguiti perderono anche molta gente. Papa Innocenzo 111. attentiffimo a quefli affari, ficcome quegli, che era rifo-luto di difendere il Re Federigo, alla fua cura commetto, mife anch’egli infieme un buon Efercito, per diftornare i progreflì • di Marquardo; che moftrò di pentirfi , e tanto feppe fare, che in-duffe il Papa ad affolverlo dalle cenfure, nè flette poi molto a tradirlo. O prima, o dopo quefta fimulata concordia fece coitili varie feorrerie per la Puglia; mife a facco la Città d’Iferma i