-=j* 193 «$>■ sulle scene di Venezia, come nel 1611 la Finta pazza del Sacrali, seguita nel 1613 con minor favore dalla Finta savia, con musica di vari, onde s’ebbe a dire celiando che è più facile a fingere la pazzia che la saviezza. Non di meno i drammi giocosi furono assai meno frequenti che i seri ; usandosi in vece, a ricreazione del popolo, gl’intermezzi e i buffoni, sconciamente frapposti alle azioni più gravi. Onde non è maraviglia che 1’ opera buffa procedesse di più lento passo, che la seria, alla sua perfezione. La ottenne, finalmente, in Venezia da quel Galuppi, che ricordammo già tra i maestri della nostra cappella ; singolare ingegno, clic trattò con sommo valore ogni maniera di musica, ma specialmente la giocosa, aggrandì le forme del dramma, arricchì 1’ ¡strumentazione, insegnò, secondo la frase d’Arteaga, l’espressione del musicale costume (1. 9). Ebbe non di meno in Venezia due illustri emuli, nel veneziano G. B. Pescelli, allievo anch’ esso di Lotti, lungamente applaudito in Inghilterra, e in Gaetano Latilla di Bari, vicemaestro della cappella di San Marco, e maestro di coro nell’ orfanotrofio della Pietà. Pur questa non fu che nobile ed ulil gara, la quale strinse anzi vie più la vicendevole amicizia; cosicché il Galuppi divise una volta col Pescetti, ed un’altra col Latilla il lavoro d’un dramma. Ma Galuppi non avea che temere del lor confronto. Chiamato in Germania, in Inghilterra, in Bussia, da per tutto non trovò che plausi; in ogni nuovo dramma parea superare sé stesso: un solo non piacque, e fu il primo di’ ei scrisse, di sedici anni ( 1722), spoglio d’ogni istituzione; per cui meritò da Marcello il rimbrotto di temerario, e fu inviato da lui alla scuola di Lotti, con solenne promessa che per tre anni non avrebbe dato fuori nulla di suo : dopo i tre anni, Marcello stesso lo presentò sulla scena. Questa avventura, da cui cominciò la musicale carriera del Buranello (che così fu detto dalla sua patria il Galuppi), ci conduce, per un simile, ma più fortunato ardimento, a parlare del vivente Antonio Buzzolla, di cui s’é già toccato altrove; nativo di Adria, ma per più titoli nostro. Aneli’ egli, pur giovinetto, e guidato solo da un’ interna voce che gli diceva : Tu sei maestro,