47^ Annali d’ Italia.4 colla Regina Maria fua Moglie dal Papa in Re delle Sicilia,' Puglia, e Gerufalemme , e invertito di quanto avea poiì'eduto il Re Carlo I. fuo Padre, per cui anch’egli fece 1’ ommaggio e il (a)Raynaud. dovuto giuramento alla Chiefa Romana, (a) In fuo favore an-Annai. Ecd. CQra ca^s^ jj pontefice rutti \ patti e le convenzioni da lui fatte con Alfonfo Re d’Aragona, per ufcire di carcere : con cattivo efempio a i pofteri di non fidarli più di limili atti : al che poi non badò Carlo V. Imperadore nella liberazione di Francefco /. Re di Francia . Dopo di che ben regalato dal Papa efi'o Carlo li. fi trasferì a Napoli, dove fu con indicibil fella accolto , perchè Principe di buon cuore, clemente, e l.berale , e non erede del genio rigido e Superbo del Padre . Da lì innanzi egli attefe a riformar gli abufi , e a ben regolare il nuovo fuo governo, e insieme a difenderli da Giacomo Re di Sicilia, il quale veggendoiì efclufo dalla Capitolazione fatta dal Re Alfonfo Ilio Fratello, cominciò a far guerra al Re Carlo . Venuto dunque a Reggio in Calabria, nel dì 15. di Maggio colla fua Armata navale, comandata da Ruggieri di Loria , prefe varie Terre di quella Provincia ; ma accodò il Conte d' Artois colle fue genti , mife freno alle conquiste de’Siciliani ed Aragonefi, minutamente defcrit- (b)Bartolom.ie da Bartolomeo da Neocaftro ( b). Scrive Giovanni Villani ( c), ¿e Neocajiro Conte affcdiò Catanzaro , e fconfiffe il foccorfo inviato gReK Italie. Ruggieri di Loria con far prigioni ducento cavalieri Catala- (c) Giovan- ni, Imbarcatofi di nuovo il Re Giacomo viiìtò la Scalea, il Ca- dell’Abbate, e le Itole di Capri, Procida , ed Ifchia, che ubbidivano alla fua Corona ; e perciocché da alcuni della Città di Gaeta gli era rtata data Speranza , che s’ egli forte venuto/ gli avrebbono aperte le porte -, fece vela colà, e andò ad accanv- (d) NicoUus parli fotto la Citta (d ). Ma o s’erano cangiati gli animi de’ Gae-Scpetciaj0l\s0' tani, ° pure mancò lor la maniera di compiere quanto aveano CRer. Italie, promeiTo . Oftinoiìì allora il Re Giacomo a voler colla forza ciò , che non potea confeguir per amore -, e vigorofamente aflediò , e cominciò a tormentar la Città , dove trovò una gagliarda dife-fa fatta dal Conte d’Avellino, e da que’Cittadini . Peggio gli avvenne fra pochi giorni, perciocché il Re Carlo e il Conte d’ Artois con immenfo efercito raccolto dalla Puglia e da gli Stati della Chiefa, eco i Saraceni di Nocera, venne ad affediare lo rteffo aflediator di Gaeta. Erano Crocefignati tutti i combattenti Criftiani di quell’ efercito, e guadagnavano di grandi Indulgenze -, giacché Siccome abbiamo più volte accennato, .fecondo