XXXVII i> le Fazioni, come chiaramente fi fpiega dicendo : II che è da notare » perchè di qua pre/ero origine le Fazioni Guelfa , e Ghibellina. S’avverta » ancora, che efclude da tale origine gli Eftenfi Guelfi d'Italia, coti » idea di farci credere ambedue le Fazioni nate in Germania . Perciò »» quando parla di Guelfo VÌI. lafciato da Guelfo VI. ( quefti è il Wel-» fone de’tempi d’Innocenzo IL, non mandato da Ruggieri, ma da » lui follecitato per fini politici contro Corrado Ili. Re di Germania ) »»al governo de’ fuoi ftati in Italia, dice, che--Occorrendo faceva >► tefta alle genti dell’Imperadore, che voìeano danneggiar quel paefe* » per lo che talvolta ancora fe ne dichiarò offefo lo fteilb Federigo. Ciò t> è da notare, per difporfi ad intendere l’origine de’Guelfi, e Ghibellini--* »»Aveva anche detto ciò più efpreflamente all’an. 1152. con-» tro le favole, com’ei le chiama , fpacciate dagl'Iftorici poco infor-»mati, fulla loro origine con foggiungere: — Eflendo certo, che per »le nimiftà pallate in Germania fra i Re Ghibellini, e Ja linea de’ »> Duchi Eftenii Guelfa di .Germania ( le quali pei fi rinnovarono, fic-» come vedremo a iùo tempo ) prefero piede in Italia quefte maledette Fazioni--. E ciò coll’autorità d’Otton Frifingenfe quanto all’ »> origine : Duco, in Romano orbe apud Gallics, Germaniczve ’fines f 'amcfen »> familicc haclenus juere : una Henricorum de Guibelinga , alia Guelforum. » de Altdorfio, &c. Vero è, che il medefimo Autore attefta, che per » divina difpofizione erano ceffate quelle gare a tempo di Federigo » Barbaroffa, per avere il di lui Padre fpofata Giuditta figliuola d’Ar-» rigo il Nero, e forella di Guelfo VI. poco fa nominato, dalla quale » nacque effo Federigo, che a quefto fine fu fatto R.e di Germania; » plurìmum reip. profuturum preeeogitantes, Ji tam gravis , & diuùna in-» ter maximos Imperli viros ob privatum èmolumentum (imultas, hac de-» mum occafione, Deo cooperante, Jopiretur. Ma, poiché argomenta il »Sig. Muratori, che continuaiTer le gare, dall’ oppofizione che fa-» ceva alle foe genti Guelfo VII. fuo cugino, di quefto medefimo » ei narra la morte l’an. 1167. e dice che in lui fi fèccò quefta linea » Eftenfe Guelfa di Germania, e che i di lui ftati paffarono nell’Im-» peradore. Che però non arriviamo a comprendere, com’ei manten-» ga il filo delle Fazioni in Italia , affermando all’an. 1185. che -- Co-» minciavano nelle Città a pullulare i femi afeofi delle Fazioni Guelfa, »e Ghibellina. Tenevano i Nobili la parte deU’Imperadore , per di-» fendere le lor Cartella, e i loro Feudi, che dianzi erano efenti dal-» la giurisdizione delle Città . All’incontro il popolo , che volea non » folo godere della libertà, ma rimettere ancora fotto il fuo dominio » tutti i luoghi, che anticamente erano del fuo diftretto, e forzava i »nobili ad ubbidire, e ripugnava all’autorità dellTmperadore -. Mol-» to meno intendiamo, come all’an. 1198. dopo di avere, afferito, Tomo VII. f » che