Anno MCCXCIV. 497 Tolomeo, il fuddetto Re Carlo in Lucca trattato fu con tanta fo-lennità d’incontro, di bagordi, danze e conviti, che non v’era memoria in Tofcana di fomigliante fefla . Aggiugne pofcia Jacopo Cardinale di San Giorgio (a), che gli era andato incontro Car- (a) Jacopus lo Martello, fuo primogenito , Re allora d’Ungheria (blamente di nome o di titolo , venuto da Capoa, per vedere il Padre . Ginn- Ccehflini, V. to che fu il Re Carlo vicino a Perugia, gli fecero anche i Cardi- P.LTIII. nali tutto il poffibil onore con un magnifico incontro .E percioc- Rer' *Uj'llc' chè a lui premeva forte di veder creato preflo un Papa , e Papa tutto fuo, non rifparmiò in tal congiuntura le fue doglianze per la fcandalofa dilazione -, e le fue efortazioni, perchè la sbrigaffe-ro una volta. Tolomeo da Lucca, che in quefti tempi vivea, atte ila (¿), ch’egli dum verba habuit cum Domino Benedico Gay- ptojom-tani, che fu poi Bonifazio Vili, il quale da fuperbo , come era , Lucenfa probabilmente gli rifpofe , che non toccava a lui il prefìggere a ^ i Cardinali il quando s’ avea da creare il Papa . Fors’ anche fu Refluite. creduto, ch’egli quel foffe, che imbrogliava queflo grande affare . Andoffene il Re Carlo, e continuando la disunione fuddetta nel facro Collegio, cofa avvenne, che fiordi lutto il Mondo Cri-iliano. Era già il Mefe di Giugno , e per la morte di un giovane Fratello del Cardinal Napoleone de gli Oriini , cominciò il Cardinal Tufcolano Giovanni Bocama^a a parlar delle burle, che fa la morte ai giovani, e più s’hanno da temer da i vecchi, prendendo motivo da ciò di non differir più lungamente il dare un Capo alla Chiefa . Aggiunfe il Cardinale Latino Malabranca Vescovo d’Oilia, effere flato rivelato da Dioad un fanto uomo, che fe non fi affrettavano ad eleggere un Papa, la collera di Dio era per ifcoppiar fopra di loro prima dell’ Ogniflanti. Sorridendo allora il fopra mentovato Cardinal Benedetto Gaetano , diffe : E3 forfè quefta una delle vijloni di Pietro da Morrone? Signor sì , rifpofe il Vefcovo d’ Oflia , e diffe d’ avere fopra ciò Lettera da lui * Qui fi venne a difcorrere di queflo fanto Romito , e chi raccontò l’aufterità della fua vita, chi le molte fue Virtù, chi i fuoi miracoli ; e vi fu chi diffe , eh’ effo era degno d’ effere Papa . Non cadde in terra la proporzione . Fu il primo a dargli la fua voce il Cardinale Oflienfe nel dì quinto di Luglio, e tanti altri vi con-corlero , che Pietro da Morrone, povero, ma fanto Romito, nato in Molile in Terra di Lavoro , foggiornante allora in una cel-letta del territorio di Sulmona in mezzo alle montagne di Motro-ne, fu eletto e proclamato Papa. Furono a lui fpediti tre Ve-Tomo VUx li feovi