Anno MCCXLVII. 281 far prigioni quanti Parmigiani fi trovavano in quella Città, e fu ubbidito. Un pari comandamento andò a Modena, e quivi fu prefa la cinquantina de’ cavalieri di Parma , già venuta in foc-corfo di Modena , acciocché i Bolugnefi non impediflero il raccolto de’ grani ; e tutti in oltre gli Scolari di Parma, che erano allo Audio delle Leggi in Modena, Città anche allora provveduta di buoni Lettori per la lor gara col Popolo di Bologna. Furono tutti condotti a Federigo, ed incarcerati. Fu anche Sconfitta dal Re Enzo la cavalleria di Parma verfo Montecchio , con reftarvi molti di etti prigioni. Tra queili , ed altri preiì in divertì luoghi, ebbe Federigo da mille prigioni Parmigiani, de’ quali barbaramente cominciò a farne morir quattro in un giorno in faccia alla Città , e due nel dì l'eguente j ed era per Seguitar quella barbarie , Se il Popolo di Pavia moiTo a compattìo-ne non aveiTe chieila in dono la loro vita, facendogli conoScere, che la lor morte nulla Serviva a prendere la Città , e Solamente potea rendere lui odioSo a tutto il Mondo . Il Solo Colorno fi tenne Saldo in quelle congiunture ; tutto il reilo del distretto ebbe il guaito, e venne in potere di Federigo, il quale a quell’ attedio avea ben dieci mila cavalli , e una quantità innumerabile di fanteria di varie Città, con alcune migliaia di Saraceni baleilrierì. Diitruggevano coitoro tutte le cafe , e ne asportavano al campo Imperiale tutti i mattoni e i coppi, co’ quali d’ ordine di Federigo fi andò fabbricando una Città verfo l’Occidente in faccia a Parma, con fotte, (leccati , bitifredi, bal-trefche , ponti levatori, e mulini. Le fu poito il nome di Vittoria, per far buon augurio all’ Imperadore , rifoluto di non muoverti di là, fenza aver prefa la nemica Città. Della nyova Sua fece egli il difegno , ( a ) dopo aver Fatto prendere da’ Suoi Stro- (a) Roland. loghi 1’Afcendente più favorevole ; e fu da etti ben Servito, fic-lib' c’2U come vedremo. L’ assedio di Parma commotte ben tofto al foccorfo i circonvicini Collegati della Chiefa . Ricciardo Conte di San Bonifazio, v’ entrò dentro con una fquadra d’ armati. I Mantovani fi Scagliarono addotto a i Cremonefi , Saccheggiando e bruciando tutto fino a CaSalmaggiore . A^o VII. MarcheSe d’Efte co iFer-rarefi , i fuorufciti di Reggio , Biachino da Camino , e in fin Alberico da Romano, Fratello di Eccelino , con una mano di Tri* vifani, accorfero all’aiuto dell’ attediata Città. Anche i Geno-vdì y’ inviarono quattrocento cinquanta baleilrieri} e trecento i