XL1U naùbus , Arìminènfibus , Urbìnatìbus, necnon & al'ùs aliarum Cìvitatum atque locorum illarum partium juramcntum fidditatis noflro nomine diri-tur recèptjje &c. perciò fpedì Goffredo incaricato di quello fpeciale affare, affinchè riparale a sì grave iconcerto, come puntualmente ei'eguì. » Se queiti Documenti aveffe attentamente offervati il noflro An-naliita , benché non Pontificio , non avrebbe dovuto confeffar l’an. 1278. che-non oilante i Diplomi, e le Donazioni, o ceiììoni di quel paefe, continuarono! Re d’Italia, e gl’Imperadori a ritenere il dominio dell’ Efarcato di Ravenna , lenza che fe ne lagnaffero i Romani Pontefici, del che a me fono afcofi i motivi e le ragioni—. Nemmeno avrebbe afferito con tale franchezza Non fi sa, che Ferrara, e Comacchio riconofceffero la fovranità Pontificia —. Perchè a quefri tempi Obkzo II. o fuppoilo, o vero Feudatario della S. Sede , unito con Carlo d’Angiò Feudatario aneli’elio del medelì-mo Sovrano, come Re di Sicilia, militavano a difelà della Chiefa già da gran pezzo contro i Ghibellini: mentre Obizzo fu, che Tan. 1265. a Montechiaro follenne Tarmata di Carlo, non anco-ra Re, colle lue fchiere Ferrare!!, e con quelle de’Mantovani guidate dal Conte di S. Bonifazio contro il Marchefe Pdavicino, per dottrina del Sig. Muratori. Perciò nè tentò, nè avrebbe ottenuto il Cancelliere, che il Marchefe fi ribellaffe al Pontefice . Fin •dall’an. 1264. dopo la morte di Azzo VII. Avo di Obizzo, che era figliuolo di Rinaldo già morto molto prima, s’ingegnò il Sig. Muratori di farlo Principe indipendente: nel qual fentimento mantieni! l’an. 1289. e feguente, narrando, come Modena e Reggio lo fecero loro Principe. Ma qui le opinioni vagliono poco. Bifo-gna, ch’ei moiiri con che diritto attribuire a gli Ellenlì quella porzione di Stato Ecclelìallico, che già diffe nel Tomo antecedente , che Matilde Io avea in feudo dalla S. Sede : e bifogna ancora, che cancelli dal Documento certo sì di Ridolfo , che de’Principi dell’imperio quelle parole: Bononia, Ferrarla, Comaclo, Aàrianis &c. Che quel fuo dir, che Ridolfo venne a queita ceffione per non nimicar!! sì gran Pontefice, il quale gli poteva fomentar contro il Re Carlo: liccome poco dopo dice, che il Pontefice non gli fufcitalTe contro T Imperadore Ridolfo , fa un cattivo carattere al Pontefice , e non abbatte la verità del fatto . » Oltre di che, l’an. 1286. era Pontefice Onorio IV. che vale a dire, non Niccolò III. che, fecondo il Sig. Muratori, gareggiava col Re Carlo a effer T arbitro d’Italia, e teneva in foggezione ambedue que’Principi. Eppur nondimeno egli dice, che Prinzivaiie mandato da Ridolfo Vicario in Italia, v’ebbe sì poco credito, che » per