52.0 Annali d’ Italia: fa) Nicol. Specialis I.4. c. 4. T. 10. Rer. Italie. i Colonnefi, e liberali/fimo di promefle, rimafe d’accordo, eh’eilì in velie nera andalTero a gittariì a"piedi fuoi, confeiTando i falli, ed implorando mifericordia. Così fecero. Avuta che ebbe il Papa in fua mano Peleftrina, lungi dal rimettere in prillino i Colonnefi, come n’avea, per quanto dicono, data parola, fece ipianare dai fondamenti quella Città, privandola d’ogni onore, e fino del nome, con fabbricarne un’altra in altro fito, e darle il nome di Città Papale. Cacciò ancora prigione Giovanni da Ceccano de gli Annibaldefchi lor parente, e confilcò tutti i fuoi beni. Atterriti da quello procedere 1 Colonnefi, tutti fuggirono, chi in Sicilia, chi in Francia, e in altri Luoghi, e tenendoli con fomma cura celati, finché arrivò l’ultima feena dello Hello Pontefice, che intanto di nuovo li bandì, e perfeguitò a tutto potere . Benche’alcuni de gli antichi Scrittori col non accennare gli anni e i tempi precifi de gli avvenimenti, fieno di non poco imbroglio a i poderi, che prendono a compilare una Storia; e di quello difetto non vada efente Niccolò Speciale, e dopo di lui il Fazello, Storici Siciliani; pure vo io credendo, che gli affari della Sicilia fi pollano regiilrare nella forma feguente (a). Giacomo Re d’Aragona nell’ Anno precedente tornato a Roma, e partitofene carico di Benedizioni, e infieme d’oro Pontificio, pafsò a Napoli per concertare col Re Carlo li. Suocero fuo le operazioni da farfi contra della Sicilia. Fece fegretamente efortare Don Federigo fuo Fratello, che almeno rinunziaiTe le conquilte fatte in Calabria : che così fi farebbe maneggiato qualche accordo; ma non gli fu dato orecchio. Pertanto unite le forze fue con quelle d’effo Re Carlo, e compo-iìa una potente Armata di vele, coll’infigne Ammiraglio Ruggieri di Loria, fui fine d'Agoilo d’effo Anno andò a sbarcare in Sicilia. Impadronitoli a tutta prima di Patti, Milazzo, e d’altre Terre, fi pofe dipoi all’ alìedio di Siracufa, Città, che fu valorofamente di-fefa da Giovanni di Chiaramonte . Avendo egli poi fpedito Giovanni di Loria Nipote deli’ Ammiraglio Ruggieri con venti Galee per recar vettovaglie al Cartello di Patti, afìèdiato da i Siciliani, i Meffinefi ufciti con fedici Galee contra di lui, gli diedero battaglia, e lo feonfiffero. Quattro foli de’fuoi Legni fi fottraffero colla fuga; gli altri col Capitano furono condotti prefi a Meifina. Que-ila disavventura, e la perdita di molta gente o per malattie, o per affalti inutilmente dati a Siracufa, fece prendere ai Re Giacomo la rifoluzione di levare il campo di fotto a quella Città, e di ritirarli a Napoli. Giunto alle coite di Milazzo, fece iitanza a Don Fede-