c-> 64 di quella assai inferiore che girava, e specialmente dei cosi detti traivi di Germania; onde si osserva, che al soldone o marchetto, già pochi anni prima diminuito d’intrinseco, dal fine di carati 54 a soldi 56 per marca, si pensava di sostituirne uno diverso, di cui, nel 1711, s’ era incominciato cd approntato lo stampo ; e soldo siffatto è per certo quello che trovasi con Maria Vergine e il molto : praesidivm nostrvm, o 1’ altro : praesidivm venetorvm, e col leone di faccia coperto del corno ducale, che ha all’ intorno il nome del doge Giovanni Cornaro, nolato col diverso valore di bagattini 12 o 18. All’ altro, forse più serio, inconveniente dei traivi, si pose rimedio col chiamarli al taglio in zecca unitamente a tutte le cattive monete che giravano, comprese quelle pure dello stato di biglione, o men fine, che correvano in Venezia o nella terraferma : cioè, i lironi o lirazze da soldi 24, le gazzette, i da 12, le /¿rette vecchie e nuove, e i vari rispettivi spezzati ; le quali monete allora tutte si rifusero nella così detta nuova valuta, che fu l’ultima in corso fino ai tempi più vicini. Ordinatosi siffatto stampo fin dal 1721, col decreto 21 maggio del posterior anno, vivente ancora Giovanni Cornaro, si mise in circolazione il da trenta, il da quindici, il da dieci e il da cinque, col peggio di carati 652 per marca, e col peso nel da trenta di grani veneti 160, sicché il suo intrinseco di fino argento era di grani 85 poco più, e quello della sua lira di conto di grani 55. Con questo ragguaglio nei primi mesi ne uscirono dalla zecca pel valor di oltre 480 mila ducati ; poi succeduto il nuovo doge Moce-nigo, con altro decreto dei 27 agosto di detto anno, se ne diminuì la bontà a peggio 702, cioè col fine, nel da trenta, di grani 75, e nel da venti, di grani 48 % circa, e così si proseguirono allora in maggior numero ed anche in seguito fin agli ultimi anni. Pel disegno nel da 50, con piccole riforme, si ripetè quello del vecchio lirone, col leone di faccia, detto a vicenda san marco in soldo o san marco della lirazza, e colla Giustizia che ha il motto : jvsti-ti vm diligite, e la data della stampa sostituita nell’ esergo. Il da XV e da X più si accostano al soppresso da XII col doge inginocchiato, che ha lo stendardo e suo nome intorno, e data di stampa di sotto ;