Annali d’ Italia. dì 30. di Novembre dell’Anno 1195. Se il Diploma da lui pe> co fa accennato , e dato nel dì 11. di Gennaio delPAnno 1195. la fuppone già fatta , come differirla al Novembre dell’ Anno medeiìmo ? Oltre di che nel Novembre del 1195. Arrigo non era più m Sicilia. Sicché egli dovette effere coronato in Palermo o nell’Ottobre o nel Novembre delprefente Anno 1194. Nè pure fuffiile il dùfi da Rocco Pirro , che 1’ Imperadrice Coftanza ricevette anch’effa la Corona in tale occafione . Abbiamo da Riccardo da S. Germano , che in queit’ Anno Imperatrix Exiì Civitate Marchue fihuni peperit nomine Fredericum menfe Decem-brì in feflo Sancii Stefani. Non era ella dunque giunta peran-che in Sicilia , e da Jeii non fi potè partir così prefto, come ognun comprende . E qui fi noti la nafcita di queilo Principe , che fu poi Federigo li. Jmperadore , della cui nafcita , e del luogo , dove Coftan-za Augufta il partorì, molte favole fi leggono preffo gli Storici lontani da queih tempi . V’ha anche diiputa intorno all’Anno della fu a nafcita. Ma oltre al fuddetto Riccardo, l’Anonimo (ai Anony- Cafinenfe (a), e Alberto Scadenfe (k) , il fanno nato nel fine Tnarik. dell’Anno preiente , perchè il loro Anno 119 5. cominciato nel (b) Albertus dì della Natività del Signore , abbraccia la Feffa di fanto Stefa-TnXhfonìc n° ^ ^^’Anno 1194* Finalmente nella Vita d’Innocenzo Ili. (c) VìuLn Papa (c) troviamo, che i Principi in Germania nell’Anno 1196. nocent. ili. eleffero Re Federigo II. puerum vix duorum annorum, & nondum lìum. XIX. jacr- féaptismatis unda renatum : il che ci aiììcura, doverfi riferire all’Anno prefente la nafcita d’effo Federigo. Qual foffe la cofcienza ed onoratezza dell’Imperadore Arrigo VI. lo fcorgere-mo ora. Dopo aver tanto fpefo e faticato per lui i Genovefi, ri-chiefero il guiderdone loro promeffo, cioè il poffeffo di Siracufa* \i) Caffarie della Valle di Noto (d). Andò Arrigo per qualche tempo al-Jnnai. Ge- legando varie fcuie , e pafcendo quel Popolo di varie fperanze. nuenf. l. 3. La conclufione finalmente fu, che non folamente nulla diede loro del pattuito , ma levò ad efiì ancora tutti i diritti e privilegi , goduti da loro fotto i Re precedenti in Sicilia , Calabria , Puglia , e in altri Luoghi. Proibì fotto pena della vira a i Genovefi il dar nome di Confole ad alcuno in quelle parti. Anzi minacciò d’ìmpedir loro l’andar per mare , e giunfe fino a dire, che diftruggerebbe Genova. Il Continuatore di Caffaro non potè contenerfi dal chiamarlo un nuovo Nerone, per così orrida mancanza di fede. Certo è, che nè pure i Pifani riportare-