-Cjo 110 ■o£> Se l’orificeria si osservi come mestiere ed argomento di commerci, fu operosa sempre ed utilissima. II Sansovino nota il nome di orafi e giojellieri famosi ai suoi tempi. Notiamo che fu molto operoso il lavoro della filigrana, operosissimo quello della catenella conosciuta col nome di manino. E di oro fine, composto di anelli che s’intrecciano 1’ uno all’ altro. Lo Zanetti crede antichissima presso di noi questa catenella, che la moda confinò nelle classi medie e minori delle donne, che d’un valore intrinseco sicuro si vende senza scapito di bassa lega. Pare però che sia per tornar in voga presso le donne eleganti. Incominciano ad adoperarla gli stranieri, e noi siamo troppo spesso servidori delle mode stranierè, e quindi le imiteremo anche nell’uso della catenella d’oro. Ignazio Petracchin, socio d1 arte dell11. R. Accademia di Belle Arti, che ottenne nell1 anno 1833 la medaglia d’argento per un"opera in isbalzo di cesello, che ottenne due volte il premio di prima classe nell’Accademia suddetta, perito in ogni ramo di disegno, è al certo da notarsi fra i maggiori cesellatori, niellatori e lavoratori di metalli all’ agemina, che sieno al presente in Italia ( Sant’Eustachio al traghetto ). Pietro Fabbro, Buri, argentiere, restaurò la pala d’oro in San Marco (Fonda-menta della Madonna dell’Orto, corte cavallo, n.° 3494 )• Giovanni Tonelli, orefice, lavora in niello ( Santi Filippo e Giacomo, in campo, n.° 4291 ). Fonditori di campane in Venezia sono Canciano e Baso (S. Marco, calle dei fabbri, i>.° 849). Favenza Vincenzo da Cremona, già alunno dell’I. R. Accademia di Belle Arti, è scultore in avorio e in legno, facilmente dei migliori che vivano in Europa ( S. Toma, campo, n.° 2837 ). Valentissimo scultore in legno ed avorio, è Girolamo Bonaldi ( Santi Gervasio e Protasio, campielo cento piere, n.° 1208 ). Scultore d’ornamenti in legno meritevole di ogni lode è Pietro Garbato, già allievo dell’ I. R. Accademia di Belle Arti (S. Maria Zobenigo, n.° 2498). Vi sono in Venezia parecchi altri intagliatori in legno di molto valore. Luigi Vendrasco, lavoratore in tarsia : degnamente rifece una tarsia nel coro dei Frari (S. Giovanni in Bragora, salizzada delle pigliate, n.° 3547). Speriamo che l’opera venga proseguita. Lavorano armature all’antica, Giovanni Frena (S. Giacomo dell’Orio, campo dei tedeschi n.° 1072 ) ; Domenico Bortuzzi ( S. Silvestro, fondamenta del vino, n.° 734 )• Le adorna secondo i caratteri dei tempi Luigi Gerardi (S. Maria Mater Domini, calle lunga, n.° 2169), espertissimo in ogni lavoro di metallo. Abbiamo notato solamente coloro che sono atti ad emulare le opere antiche. Non ispetta a questo luogo il parlare dei lavoratori di metalli, di legnami, di dorature, che sono meritevoli di lode pei lavori moderni.