Anno MCLXXVII. l7 afpettando . Allora Federigo alla villa del vero Vicario di Criilo, venerando in lui Dio, laiciata da parte la Dignità Imperiale, e gittato via il manto , con tutto il corpo lì prollefe a’ piedi del fommo Pontefice , e glieli baciò . Non potè contener le lagrime per la gioia il buon Papa Aleffandro , e follevatolo con tutta benignità, gli diede il bacio di pace e la benedizione . Allora fu intuonato ad alta voce il Te Deum\ e Federigo apprehenfa Pontificis dextra , il condulTe fino al Coro della Baiìlica di San Marco, dove ricevette la Benedizion Pontificia, e di là pafsò ad alloggiare nel Ducal Palagio. Nel giorno feguente , fella di S. Jacopo Apoitolo, cantò il Papa folenne Meffa , e predicò al Popolo in San Marco . Federigo gli baciò i piedi, fece 1’ oblazione , e dopo la Meffa gli tenne la ftaffa ; prefa anche la briglia del cavallo Pontificio , era in procinto di addeilrarlo, fe il Papa affettuofamente non 1’ avelie licenziato . Seguirono poi vilìte, conviti, e colloqui, e nel dì primo d’ Agoilo fu folennemente ratificata la Pace e Tregua , e pofcia affoluti gli Scifmatici . E nella Vigilia dell’ Aflunzion della Vergine tenne il Papa un Concilio in S. Marco , dove (comunicò chiunque rompeffe la Pace e Tregua fuddetta . Fece dipoi illanza a Federigo per la reftitu-zion de i Beni della Chiefa Romana : al che ìi mollrò pronto 1’ Imperadore, ma con falvare per fe le Terre della Conteffa Matilda, e il Contado di Bertinoro , che poco fa era vacato perla morte di quel Conte accaduta in Venezia, pretendendo quegli Stati, come cofa dell’imperio, ed efibendo di rimetterne la cognizione a tre Arbitri per parte . Ne reilò amareggiato non poco Papa Aleffandro , e tanto più perchè il fuddetto Conte di Berrinoro ne avea fatta una donazione alla Chiefa Romana ; ma per non diilurbare la Pace fatta , conienti a i di lui voleri. Con quello gloriofo fine terminò lo Scifma della Chiefa , al che fpezialmente dopo la mano di Dio contribuì affaifsimo la Prudenza e Pazienza del buon Papa Aleffandro , che fempre fi guardò dall’inafprir gli animi co i rigori, e colie in fine il frutto della fua manfuetudine . Il buon efito ancora di sì grande affare è dovuto all’inclita Repubblica di Venezia, ne’ cui Rettori da tanti Secoli paffa come per eredità la Prudenza e Saviezza * effendoiì mirabilmente adoperati que’ Nobili, e fopra gli altri il loro Doge Ziani , affinchè fi efeguiffe la tanto fofpirata riunione, con ag-giugnerfi ancor quella alle tante glorie della Città di Venezia» Alla