(a)Bartholo■ inaur dcNeo■ cajbo c. 7p, Tom. ij. Rer. Italie. 454 Annali d’ Italia; gridato : Muoia il Re Carlo, e viva Ruggieri di Loria . Aggiu-gne la Cronica di Reggio, che fi fecero di molte ruberie, e furono anche uccifi alcuni Franzefi , con durar due giorni quella commozion di plebei. Arrivato elio Re Carlo a Napoli, non volle frnontare al Porto , ma furibondo sbarcò in altro fito con intendimento di mettere fuoco a tutta la Città; ed avrebbe forfè efeguito il barbarico penfiero, fe non era il Cardinal Gherardo da Parma Legato Apoftolico , il quale s’ interpofe , moftran-dogli, che il reato di pochi vili e pazzi non era da gattigare colla pena dell’ innocente Pubblico . Tuttavia ne fece ben impiccare da cento cinquanta, e poi moffe alla volta di Brindifi, dove fatta la mafia di tutte le fue forze , fi trovò avere dieci mila cavalli, e quaranta mila fanti, con cento dieci Galee, oltre a gran quantità di Legni da trafporto . Con quetta potente Armata nel dì 7. di Luglio pafsò in Calabria , e fi mife per terra e per mare all’ attedio di Reggio. Intanto due Cardinali Legati trattavano di liberare il Principe Carlo . La lontananza del Re Pietro , le cui rifpofte conveniva afpettare , e il faper egli tenere in parole chiunque negoziava con lui , fecero perdere il tempo al Re Carlo , fenza tentar imprefa più grande ; e intanto la Flotta fu sbattuta da una tempefta ; ( a ) la ftagione pe-ricolofa per chi è in mare fi accodò ; e vennero meno i foraggi , e le vittovaglie , di maniera che il Re Carlo fu coftretto a ritirarfi a Brindili , e a difarmare . Pafsò dipoi, ma pieno di rammarico e di trifti penfieri, a Napoli. Mentre era etto Re in Calabria , avea il Re Pietro fpedito in foccorfo della Sicilia quattordici Galee, che arditamente in faccia dell’Armata Fran-zefe entrarono nel Porto di Meffina . E partito appena fu il Re Carlo , che Ruggieri di Loria s’ impadronì di Nicotera , Cattano , Cotrone , Loria * Martorano , Squillace j Tropea , Neoca-ftro, ed altre Terre in Calabria e Basilicata . In quefto medefi-mo Anno nel dì 12. di Settembre arrivò il fuddetto Ammiraglio colla fua Flotta all’ Ifola delle Gerbe nel Mare di Tunefi , abitata da i Maomettani , e la prefe e Spogliò , con afportarne gran copia di ricchezze , e più di fei mila fchiavi. Come potef-ie egli in tal tempo , cioè allorché era minacciata sì da vicino la Sicilia , non fi sa ben intendere. Fece egli quivi poScia fabbricare una fortezza , e vi mife un prefidio di Criftiani. Probabilmente è da riferire ad alcun altro Anno sì fatta imprefa. In que-fii tempi Oitom Vifconte Arcivescovo di Milano, effendofi ini-