Anno MCCLXVIII. 587 reintegrato effo Re Carlo nel grado di Senatore di Roma: e perciò venuto a Roma ne ripigliò il poffeifo , e tornò ad eferci-tar quella carica per mezzo d’un Tuo Vicario ( a ), con aggiu (a) Monaci. gnere a’ fuoi titoli, ancor quello . In mezzo a tante fue politiche Patavinus e militari occupazioni non dimenticò il Re fuddetto di penfare ad un’altra Moglie, e quella fu Margherita di Borgogna . Ne r cr. itale. gli Annali di Milano (¿) è fcritto , eh’ella arrivò in quella Cit-ta nel dì io. d’Ottobre, e vi fu ricevuta con baldachino pollo Tom!t6.icr. fopra dodici afte, portate da i Nobili, e con alrri onori, giuo-Italie. chi e concorfo d’innumerabil Popolo. Nel dì 16. d’eiTo Mefe giunfe a Parma; (c) nel dì 19. a Reggio, e di là a Bologna. In tutte quefte Città trattata fu colla magnificenza convenevole enf.J t. s. ad una gran Regina. Portofli in quell’Anno nel Mefe di Novem-bre a Milano (i) un Legato Apoftolico per riconciliar quel Po Fiam.Manip. polo colla Ohiefa Romana, e col loro Arcivefcovo Ottone Viscon- &or. c. 304. te. Se voleano eflere liberati dall’Interdetto, dimandò egli, che tutti giurail'ero fedeltà alla fanta Sede , cioè d’ efeguire i di lei comandamenti; che riconofceftero Ottone per legittimo loro Pallore; gli reftituiffero i beni, e gli permetteilero l’ingref-fo e la permanenza nella Città ; e che non mettefìero contribuzioni al Clero. Tutto promil’ero i Torriani dominanti, e il Popolo. Diedero anche idonea figurtà: con che tolto fu l’interdetto, affolliti gli fcomunicati, e polli gli Ufiziali dell’Arcivefcovo in poffeifo de’ beni ufurpati. Se ne tornò il Legato a Roma , per far venir Ottone alla fua refidenza, nel qual tempo mancò di vita il Papa . Per tal nuova giubilarono forte i Tor-riam, nè più lì curarono d’adempiere le promeffe fatte. Teneva tuttavia il Marchefe Oberto Peiavicino gran Ghibellino le Terre di Scipione, Pellegrino, Gislagio, Landafio, Bufferò, Piffi-na, ed altri Luoghi (e); ma era la fua principai dimora in Bot-go S. Donnino, da dove a/Tiftito da i fuorufeiti Parmigiani, fa -Tom. ,6. cea guerra alla Città di Parma. Del pari il Conte Ubertino Rer- llalic-Landò, altro Ghibellino, poiTedendo la Rocca di Bardi, Compiano, Monte Arficcio , ed altre Terre, unito con gli ufeiti di Piacenza infeftava non poco quella Città. Rauoarono i Parmigiani coll aiuto di tutte le loro arniftà un efercito di circa trentamila perfone, e formarono FalTedio di Borgo S. Donnino. Nel dì 21. di Ottobre feguì accordo e pace fra gli uomini di quella ( t) Chronìc. Terra e i Parmigiani (/). Se n’andò con Dio il Marchefe Pe-lavicino, e i fuorufeiti di Parma con giubilo univerfale rientra- Rtr. Italie. B b 2 rono