Anno MCCLXXV1. 415 lui. Venne perciò Cajfon dalla Torre co'Tedefchi inviati a Milano dal Re Ridolfo, e con altre ibldatefche all’attedio d’ Ari-ghiera e d’Arona, con riacquiftar quelle Terre e Rocche. Durante 1’ ailedio d’effa Anghiera, volendo il Conte di Langufco dar foccorfo a gli attediati, vi retto prigioniere con affai Nobili fuorufciri di Milano. Condotti quelli a Gallerate, (a) qui- (a) Stepham vi con orrida barbarie a trentaquattro d’eili fu mozzo il capo ; n"da Pj‘m’ e fra quefti infelici fi contò Teobaldo Visconte Nipote dell' Rer*itali’. Arcivefcovo Ottone, e Padre di Matteo Magno Visconte, di cui avremo molto a parlare. Si accorò a quefta nuova 1’Arcivefcovo Ottone, e gridò: Perchè non ho perduto io più toflo /’ Ar-civefcovato , che un iì caro Nipote? Pofcia venuto a Vercelli, trovò quivi la Nobiltà fuorufcita, che il pregò d’effere lor Capo e Generale d’ Armata. Se ne fcusò , con dire , che non conveniva ad un Vefcovo il vendicarli, ma bensì il perdonare; nulladimeno s’eglino aveffero depofti gli odj e l’ire, avrebbe attutito il comando. Ito con eflì a Novara, ed ammaliata gran gente, venne ad impadronirli del Cartello di Seprio. Finì in male quefta imprefa , perchè da’Torriani fu difperfo l’efercito fuo, ed effendo egli fuggito a Como, gli furono ferrate le porte in faccia. Ridottoli a Canobio fui lago Maggiore , tanto perorò, tanto promife , che tirò quel Popolo ed altri a formare una picciola flotta di barche, colle quali prefe Anghiera, ed imprefe l’affedio di Arona , al quale per terra accorfero anche i Pavert e Novarefi col Marchefe di Monferrato. Ma fo-pragiunto Caffon dalla Torre co i Tedefchi, e con tutto il Popolo di Milano , li fece ben torto sloggiare , e fpoglió il campo loro . Se ne fuggì Simon da Locamo colle barche, e quefti andato poi per ordine dell’intrepido Ottone a Como , per veder di muovere quel Popolo in aiuto fuo, deliramente accefe la di-fcordia fra i Comafchi , volendo 1’ una parte col Vefcovo della Città aiutar T Arcivefcovo, e l’altra ftare unita co i Torria-ni. Si venne alle mani; lungo fu il combattimento ; ma in fine prevalfero i fautori del Visconte, e furono fcacciati gli aderenti alla Cafa della Torre (¿). Ricevuta quefta lieta nuova,,,. Ga ala r Arcivefcovo Ottone volò a Como , e quivi attefe a prepararli chr. Rtgicnf. per cofe più grandi. Tom-j*- I maneggi del Conte Ubertino Landò, gran Ghibellino e^ctronìe. capo de’Nobili fuorufciti di Piacenza, ebbero in queft’Anno PUccnùn. eftto felice, (c) Imperciocché amichevolmente e con onore fu 7R0™']t*^' rice-