Anno MCCLI1I.
co men di Tedefchi: laonde non più fi pensò a Soggiogar Napoli colla forza , ma bensì colla fame. Si riduffero in farti que’ Cittadini (a) a nutrirli ancora co’ più vili e laidi cibi ; nè più potendo, ( a ì Satas ^ renderono in fine a diicrezione nel fine di Settembre , come ha MaUfpma il Diario dello Spinelli, o pure nel dì io. di Ottobre, come fi ‘ c<v'J' legge nella Cronica Cavenfe. Alcuni fcrivono , che a forza dì mine fu efpugnata quella Città, e che entrato F efercitoTedefco, vi fparfe gran fangue de gli abitanti. Lo Spinelli anch’egli fcri-ve , che Corrado vi fece gran giu/li^ia, e grande ucci/ione. E' da itupire , come Pietro daCurbio, e Saba Malafpina , Scrittori Pon-tificj , non parlino di quello macello di gente , che certo non do-vea fcappare alla lor penna. Ma ne parla bene Bartolomeo da Neocailro (£), Autore di queito Secolo,- e per queito i Napo- (b) Banho-letani concepirono un odio implacabile contro la Caia di Suevia.lomaus de La Cronica del Moniilero Cavenfe hafolamente, ch’egli mandò in efìlio molti de’ Napoletani, ed è fuor di dubbio , che fece ab- Rer. haiur.r. battere e fpianare le belle mura di Napoli , e di Capoa, affinchè non venilTe più voglia a que’ Popoli di ribellarli . Pafsò dipoi Corrado a Melfi, e quivi celebrata la feda del Santo Natale, tenne un Parlamento de’ Baroni del Regno . Quelle profperità di Corrado furono cagione, che il Pontefice colla fua Corte comin-cialfe in quetTAnno una tela nuova in rovina della Cafa di Sue-via. Cioè fpedì in Inghilterra ( c ) Alberto da Parma uno de’ fuoi familiari ad offerir la Corona di Sicilia a Riccardo Conte di Cor- Jr/uc. J ^ novaglia, Fratello di quel Re Arrigo , e ricco Principe. Inforfero delle difficultà in quello maneggio. O fia che queilo trattato veni ile , come vuol Pietro daCurbio (d) , a fcoprirfi, e Carlo Con- (d) Pitr^ te d’Angiò e di Provenza, Fratello del Re di Francia, fi e fi biffe al Papa ; o pure che il Papa non trovando buona difpofizione in cenili H'/P.t, Inghilterra, chiamaife a mercato eifo Conte d’Angiò, certamente Il,m\ Rer-pare, che fin d’allora Carlo vi accudiife. Accadde dipoi, che il Itdl‘c'
Re Arrigo trattò di ottenere per fuo Figliuolo Edmondo il Pregno di Sicilia, promettendo di gran cofe. Pietro da Curbio afferifce, che fu conchiufo queflo contratto col Re Inglefe , il quale cominciò a far preparamenti per effettuarlo. All’incontro dal Rinaldi («) (¿)Ray„M. fotto quell’Anno fon rapportate le condizioni, colie quali il PapainAnn- EccL efibiva a Carlo Conte d’Angiò il Regno di Sicilia , Ducato di Puglia , e Principato di Capoa. Quivi è nominato il fudderto Alberto da Parma, come Legato del Papa. Così il Rinaldi. Contuttociò tengo io per fermo , che quel Documento appartenga a i tempi di Urbano IV. e non a i prefenti.
 Tomo Vii.	V '	Gran