Anno MCCXII; 143 Ottone Regnum ( di Puglia ) feflinus egreditur Menfe Novembri ( del precedente Anno ) & Menfe Martìo ( del prefente ) in A-lemanniam remeavit. Anche 1’Abbate Urfpergenfe (a) attefìa (a) Alfa* 10 ileffo. Nel paffare per Brefcia, fecondo il Malvezzi (¿) , ^chfZÌc rimife la pace fra i Nobui e la Plebe di quella Città. Arriva-(b) Mahec. to in Germania , circa la feila della Pentecorte renne una folen- ne Dieta in Norimberga, dove efpofe a que’Principi, che v’in-tervennero , i motivi della fua rottura col Papa. Fece poi guerra ad Ermanno Lantgravio di Turingia, uno di que’Principi , che fe gli erano ribellati, mettendo a ferro e fuoco tutte le di lui contrade. Ma intanto per le replicate iftanze de’Principi Te-defchi del partito di Federigo 11. Re di Sicilia, avvalorate ancora dall’altre di Filippo Re di Francia, Papa Innocenzo 111. fece premura a Federigo di paffare in Germania , dove la fua pre-fenza recherebbe più calore ed animo a i fuoi partigiani . Si op-pofe forte a tal rifoluzione la Regina Moglie per timore eh’ egli poteffe correre troppi pericoli oltra monti; ma in cuore del giovinetto Re prevalfero le l'pinte dell’ambizione e della gloria; e però lafciata la Moglie , che già dato avea alla luce un Figliuo- lo appellato Arrigo, imbarcatoli venne a Gaeta , e nel dì 17. di Marzo di quell’Anno, e non già del precedente, come ha il tefto di Riccardo da S. Germano (c) , entrò in Benevento . Di (c) Richard. là poi pafsò a Roma (¿), dove fu con ogni dimoilrazion d’ono- * sc’hr^rm' re accolto dal Papa, e da i Romani . Dopo pochi giorni per ma-(d )j0annès re fi portò a Genova ( e), e quivi ben trattato fi fermò quafi d^/iCccnc^no tre meli, concertando intanto le maniere di paffare in Germa- Foff^nòvx: nia , giacché F Imperadore Ottone avea meffe guardie dapertut- (e) caffari to per impedirgli il paffaggio . Nel dì 15. di Luglio fi moffe da Genova, e andò a Pavia. Erano per lui i Pavefi, e il Mar- Tom. V.’ chefe di Monferrato ; e però feortato dalla loro Armata , arrivò Rcr• ltalici fino al Lambro , dove l’affettavano con tutte le lor forze i Cre-monefi, ed Azzo VI. Marchefe d’Erte, i quali con gran fella il menarono a Cremona. Nel tornarfene addietro i Pavefi, all’improvvido furono affalìti da i Milanefi, e in quel fatto d’ armi furono fatti dall’una e dall’altra parte alquanti prigioni. Come fi ha da Rolandino (/), e da Alberico Monaca (g),(f) Roland. 11 più zelante a feortare verfo 1’Alemagna il Re Federigo , fu Chr- llb-'-il iuddetto Marchefe d’Eile , che con grande accompagnamento [g) 'Jijterie, d’armati il menò per difaftrofe e non praticate ftrade ficuramen-Monachus te fino a Coira ne’ Grigiori. Lo flefib Federigo , ficcome collain ron'