Anno MCCLXIII. 359 to poi lo Audio de’facri Inquifitori, e non ottante il rigor delle pene, in vece di fradicarfi 1’ Erefia de’ Paterini, otta delle varie Sette de’ Manichei , quefta andava più torto crefcendo. Altro poi tuttodì non fi adiva, che Scomuniche ed Interdetti dalia parte di Roma. Baftava d’ordinario feguitare il partito Ghibellino , e toccar alquanto le Chiefe , perchè fi fulminaiTero le Cenfure, e fi levaifero i facri Ufizj alle Città. Per tacere de gli altri Luoghi, tutto il Regno di Puglia e Sicilia fi trovò foc-topofto all’interdetto; ed uno de’gravi delitti dellTmperador Federigo II. e del Re Manfredi , fu Taverne voluto impedir 1’ efecuzione . Se per tali Interdetti, che portavano un grande fconcerto nelle cofe facre, ne patifl’ero , e fe ne doleffero i Popo- li ; e fe crefcefie perciò, o pur calafle la Religione e la Divo-zion de’ Criftiani, e ne provaiTero piacere o diipiacere gli Eretici d'allora: ognuno per sè può figurarcelo . S’aggiunfero le guerre, e talvolta le Crociate, fatte dalla Chiefa, non più contro a i foli Infedeli ,.ma contro a gli fteiìì Principi Criftiani, e per cagion di Beni temporali : il che produceva de’ gravi incomodi al pubblico. Per fottenere i lor proprj impegni, fe i Principi dall’ un canto aggravavano le Chiefe, e commettevano mille difordim , anche ì Papi dall’ altro introduffero per tutta la Criftiani tà delle gravezze infolite alle Chiefe , delle quali diffufa-mente parla Matteo Paris (a), con efprimere tutte le cattive (aì Matti. confeguenze , che ne derivavano . In fomma abbondavano in ^¡s_ quefti tempi i mali in Italia, e della maggior parte d’effi fi può attribuir l’origine alla dìfcordia fra il Sacerdozio e l’imperio, rifvegliata fotto Federigo I. Augufto, e continuata, anzi crefciuta dipoi fotto i fuoi Difcendenti. Noi, che ora viviamo, dovremmo alzar le mani al Cielo, che ci tratta sì bene. Certamente nè pur mancano guai a i noftri tempi ; e quando mai mancheranno alla Terra, paefe de’Vizj ? Tuttavia brevi mali fono i noftri , anzi cole da nulla , in paragon di quelli , che nel predente Secolo Terzodecimo, e ne’due antecedenti, e fuf-feguenti patì la mifera Italra. Finirò il racconto di quett’Anno, con dire, che in Parma ( b ) fu gran difcordia fra le par* (b) ChnnU. ti delia Chieia e dell’ Imperio , fe fi aveva da accettar per Si-gnore il Marchefe Oberto Pelavicino . Si venne finalmente ad r™. Italie. un accordo , con cui promifero i Parmigiani di aiutare in qual-fivoglia occafione effò Marchefe, e di pagargli ogni anno mille Lire di falario, obbligandofi all’incontro anch’egli di non venir Z 4 ° mai