Anno MCXCV. g^ rolamo Rolli ( a ) cita un Tuo Diploma dato in Vormacia IV. Ka-(ì) Ruhcut lendas Decembrìs , Inàiclione XIIil. Anno Domini MCXCV. L’ In ^°r'l Ra" dizione è quivi mutata nel Settembre. Anche il Sigonio ( ^ ) (b; Sigonìut accenna un fuo Diploma, dato VII. Kalendas Junias apul Bur- de Reg™ im gum Sancii Domami , Anno MCXCV. Regni Sicilia Primo. La- ta1, llb'>s" iciò eflo Arrigo per fuo Vicario, o fia per Viceré nel Regno di Sicilia il Vefcovo d’Ildefeim, già fuo Maeftro , che fra tanti fuoi ftudj non dimenticò quello di far danaro per quanto potè. Inqueft’Anno il celebre Arrigo Leone , già Duca di SaiTonia e Baviera, della Linea Eftenfe di Germania, terminò i fuoi giorni in Brunsvic, Città reftata a lui con altre adiacenti dopo il terribil naufragio di fua grandezza. Ma in quefto medeiìmo Anno effendo morto Corrado Conte Palatino del Reno , Zio paterno dell’ Augufto Arrigo , fuccedette ne’ di lui Stati Arrigo, uno de’Figliuoli d’eiTo Arrigo Leone, perchè Marito dell’unica Figliuola del medefimo Corrado: iìcchè in qualche maniera tornò a rifiorire in Germania la potenza de’Principi Eftenfi Guelfi . Nè fi dee tacere , che l’Imperadore Arrigo fuddetto in quell’ Anno creò e confermò Duca di Spoleti Corrado Mofcaincervello, e dichiarò Duca di Ravenna, e Marchefe d’ Ancona Marquardo. E’confiderabile lo Strumento di concordia feguita fra lui, e il Popolo di Ravenna , di cui Girolamo Roiìì ci ha conservata la memoria. Da eifo apparifce , che anche Ravenna fi governava in Repubblica, ed avea il fuo Podeftà , e giurisdizione, e rendite ; ma doveano al Duca reftar falve le Regalie, quas Impera-tor, & ipje Marchoaldus in Civitate Ravenna & ejus diflnctu habere confuevit. La terza parte di Cervia apparteneva ad effo Marquardo, o Marcoaldo , un’altra all’Arcivefcovo, e un’altra al Comune di Ravenna, che partivano iniieme le entrate ; maf-iimatnente del Sale . Racconta il Continuatore di Caftaro, che i Pifani, trovandoci in favorevole flato alla Corte Imperiale , feguitarono in quefti tempi a recar infulti , danni , e ingiurie a i Genovefi ; e rifabbricarono anche ad onta d’erti il Cartello di Bonifazio in Corfica , che divenne un nido di Corfari, fingendo di non effer-ne eglino padroni. Non potendo più reggere a tali ftrapazzi il Popolo Genovefe , fpedì in Corfica con varj Legni un corpo di combattenti, che a forza d’armi entrarono in Bonifazio , e vi fi fortificarono . Prefero dipoi varie navi Pifane , ed altri danni inferirono a quella nemica Nazione, della quale in iquefti tempi ci