A n n a l i d’ Italia. dinò a Bertoldo fuo Cancelliere di aiTediar quella Città colle forze della Romagna. Dopo una gagliarda difefa i Faentini in fine furono coilretti a iottometterfi alla volontà dell’ Impe- radore. S’era poi cangiato 1’ animo de* Cremonesi, sì caldo ne gli Anni addietro in favor d’effo Augullo , da che videro, ch’egli avea confermata Crema al Popolo di Milano -, e non eifendo ignota a Federigo quella loro alienazione d’ affetto, ne fece vendetta con ordinare, che fi rifabbricale quell’abbattuta Terra. Cosine fcri- (a) Sicatd. ve Sicardo ( a ) : Anno Domini MCLXXXV. Imperator in Italiani in Ckromeo. reJtens ? Cremam in odium Cremonenfium recedificavit. Quo An Rer. Italie. 710 eg° Sicardus , prcefentis Operis Compilator & Scriba , Cremo-ncz, licei indigne , eleclus Jum ad Epifcopale Offìcium . Trattene-vafi tuttavia in Verona il buon Papa Lucio III. quando Iddio vol-0>) Martin, le chiamarlo a sè . Concordano gli Storici in afferire ( b ) , che la alloco ‘n ^ua morte accadde verfo il fine di Novembre , e data gli fu fepol-Radui- tura nel dì 25. di quel Mefe. Era {lato eletto in quello medefi-cct7 & al ti mo -^nao Arcivefcovo di Milano Uberto Crivello , chiamato Lam-berto con errore da altri. Tale dovea eiTere il di lui merito, che il Collegio de’Cardinali appena dopo le efequie del defunto Papa Lucio s’accordarono in eleggerlo fommo Pontefice. Prefe egli il nome di Urbano 111. e continuò a governar come Arcivefcovo la Chiefa di Milano per tutto il tempo deliuo Pontificato, Siccome (c) Pagius han già concludentemente provato il Padre Pagi (c),e il Signor Saffi (d ). Uno de’motivi , per li quali l’Imperador Federigo an-ìn Notis ¿a!dava rondando per l’Italia, quello era eziandio di trattare il ma-sigoK.deRe- trinionio di Co/ìan^a Figliuola poiluma del fu Re Ruggieri, A-sn<> .a. •'/•V0j0 di Guglielmo II. Re di Sicilia , col Re Arrigo fuo primogenito. Vedeva egli quel Re lenza fucceiììone , e bramofo di unire il fioritiffimo Regno della Sicilia , che abbracciava ancora la Puglia , la Calabria, Napoli, e il Principato di Capua, fi diede a far maneggi nella Corte di Sicilia , per ottenere il fuo intento. Vi fi trovarono delle difficultà, ripugnando i Configlieri del Re Guglielmo all’unione di quegli Stati coll’imperio, calla Signoria de’Tedefchi, il governo de’quali era affai Screditato ne’tempi d5’ allora. Più ancora par verifimile , che Segretamente fi opponeffe (t)4K0nym. il Romano Pontefice, per non trovarli un dì fra le forbici, e fen-Cajìnenfii za l’appoggio de i Re di Sicilia, {lati in addietro difenfori della Tom^r“' ChieSa Romana. Ma ebbe maniera Federigo di guadagnar il pun-Ret, Italie, to. Abbiamo dall’Anonimo Cafioenfe (••«) , che in quell’ Anno fa co n -