i6o Annali d’ Italia. (*) Mattìu Sappiamo da Matteo Paris ( a ) , e da Alberto Stadenfe ( PJn°i C^e Sran difcordia fi trovava allora fra i Cardinali . Se Federici Albert, go n'era in colpa, come può ilare, ch’egli fcriveffe Lettere sì obbrobriofe a i medefimi , riferite dallo fletto Rinaldi , colle qua-tonico, jj fjeramente g|j accufa e ttrapazza , appunto perché non s accordavano ad eleggere un fucceffore di Pietro , e lafciavano in tanta confusone la Chieia di Dio ? Ma non più. Nel Mefe di (l) Richard. ^ebbraio , per attertato di Riccardo da San Germano (c), Fe-iicS.Gtrm.derigo fpedì il gran Maftro dell’Ordine Teutonico, eletto Arci-m Chronic. vefcovo gari } con U11 a|tro perfonaggio ad Curiam Romanam pro pace . Nulla fe ne fece . Per colpa di chi , noi dice la Storia . Mandò ancora a Tivoli nel Mele d’ Aprile i due Cardinali prigioni: il che può-far credere, che li lafciafse anche andare per 1’ elezion del Papa , ficcome avea permeilo nell' Anno precedente . Veggendo poi , che non era da fperar pace dalla Corre di Roma , nel Maggio feguente ripigliò le oilihrà . Il Duca di Spoleti per parte dell’ Imperadore diede il guaito al territorio di Narni . Altrettanto fecero 1 Romani a Tivoli , potte-duto allora dall’ Imperadore. Dalle milizie d’eiTo Augufto attediata la Città d’ Afcoli nel mefe di Giugno cadde fotto il di lui dominio . Nel qual Mefe venuto egli nella Marca d’ Ancona , fi fermò all’ Avenzana fino al Luglio , e poicia pafsò a dare il guaito a i contorni di Roma. Nell’Agoito fi ridutte in Puglia. Non iftava in ozio in queiti tempi Eccelino da Romano , iignoreg-giante fotto 1’ ombra dell’ Imperadore in Padova, Vicenza, e ( V) Roland. Verona . ( d ) Giacché non gli era venuto fatto di occupar col-i.s. cap.8. ja forza ia grotta Terra di Monragnana , appellata dal Monaco (e) Monach Padovano popidofa ( e ) , che era del Marchefe d’ Ette , ricorfe Patavivus ad un altro ripiego. Cioè fpedì colà, o quivi guadagnò de gl’ Tom^Re? incendiar)*, i quali in una notte dei Mele di Marzo attaccarono Itali. il fuoco in più parti a quella Terra. 11 Marchefe ilando nella Rosea d’ Ette , di là mirò queil’ incendio , e tolto colla iua gente cavalcò colà per /'occorrerla . Ma avvertito , che veniva, ed era vicino l’efercito di Verona , e feorgendo , che altri fuochi faltavano fu per Montagnana, s’avvide del tradimento. Perciò fatto mettere il fuoco nel retto , e preiì feco quanti uomini e donne e fanciulli potè di quegli abitanti, con etto loro fe ne tornò ad Ette . S’ impeffeisò di quella Terra Eccelino , e ordinò tolto , che vi fi fabbncaffe un Cartello , o vogliam dire una Fortezza . Chiamato pofeia in aiuto il Conte di Gorizia , fi por- *