3 3 6 Annali d’ Italia: ad Eccelino di dargli in mano la Città di Milano. L’Autofi de gli Annali Suddetti di Milano ci vorrebbe far credere , che Leone Arcivefcovo colla fazion de’Nobili foffe cacciato fuori di Milano, e ch’egli dedb ricorrere ad Eccelino, con offerirgli il dominio di Milano: il che non fembra verifimile . A mio credere , parte de’Nobili redata in Milano, e non già tutti , fe rintefe con Eccelino. Lo deiTo pare, che li poffa ricavare da (a) Monach. Rolandino , e dal Monaco Padovano ( a ), e chiaramente lo di-ÌncZZic- ce Guglielmo Ventura (¿). Comunque fia, fappiamo di certo, Tom. 8. Rer. che Eccelino, Siccome vedremo , fi mode alla volta di Milano, (b) Ventura lu^ngandofi già d’avere in pugno quella nobiliflima Citta . Ma c/ironie. fi vuol prima- avvertire , che nell’Aprile del prefente Anno ( c) jiflenf.c. 2. i Padovani s’impadronirono di Lomgo, e di Cudoza, togliendo-]Zk!'Rer']e a * Vicentini. Arrivati anche alla groffa ed abbondarne Ter- (c) Roland, ra di Tiene, le diedero il Sacco e il fuòco . Pofcia nel Mele l. ¡i.cap. ¡ó. ji Maggio prefero Ja Terra di Freola , e ben fortificatala vi lasciarono un fufficiente prefidio . Ad Eccelino tuttavia dimorante in Brefcia fu portata queda nuova , ed effa fu la fortuna di molti poveri Verone)! accufati di tradimento, imperciocché avendo egli fpedita una brigata di Tedefchi a Verona per condurre que’ miferi a Brefcia , udito il fatto di Freola, montò in sì gran collera, che fatti fermar per idrada i Tedefchi , in perfora correndo il Mefe di Giugno mofle l’Armata , e portatoli colà ripigliò quella Terra ; e tutto quel Popolo , che umilmente e todo Se gli arrendè , fece legare , grandi e piccioli. Molti d' eiìì levò dal Mondo , nè lafciò andarne alcuno fenza Segno della Sua (d) Paris barbarie, con aver (d) fatto cavar gli occhi, o tagliare il na-d£hwnica ° un piede ad alcuni, e cadrare i redantì. Fu quedo l’ul-Vcrone'nf. timo fpettacolo della crudeltà di quel modro. nOiu' R‘r Tornato a Brefcia il Tiranno, attefe ad accrefcere T Armata fua , con affoldar nuova gente , e raunar tutti gli amici , per paffare alla fofpirata conquida di Milano. Ad afficurarfi bene della Selicità di così bella impreSa altro non ci mancava , che Sapere il giorno Savorevole, in cui fi dovea muovere 1’Armata Sua -, e quedo dipendeva dal Saper leggere nel Libro delle Stelle. Teneva egli a tal fine molti Strologhi in Sua Corte, che gli rivelarono il punto preciSo j Se con certezza , Si vedrà fra poco. Racconta (c) Monach. il Monaco Padovano (e) , che nella di lui Corte onorati fi vedea-r ironieUSin n0 Elione Canonico di Padova, Riprandino Veronefe , Guido Bonato da Forlì, e Paolo Saraceno colla barba lunga , che pareva un