244 Annali d’ Italia.' profufero tanti tefori in guerre , ma bensì proccurando di mantenere i Tuoi popoli in pace, e di far loro goder quelle rugiade, che Dio gli avea mandato in congiuntura del Giubileo. Non fu, iiccome diifi, in quelVAnno guerra in Lombardia; nondimeno la Repubblica Veneta mirava con occhio bieco il nuota) Crìflofaro vo Duca di Milano, (a) e macinava peniìeri di guerra, eiTen-Vrffc ^ d°ii collegata per quefto con Alfonfo Re d’ Aragona e delle due Si-Tom. 21. cilie , con Lodovico Duca di Savoia, con Giovanni Marckcfe di lier. Italie. Monferrato, e co ' Saneji. La maggior loro fperanza era, che trovandoiì la Sforza non peranche ben affodato fui Trono, difficile non foife il rovefciarlo. Per lo- contrario non deiìdsrava guerra il Duca, iiccome bifognofo di quiete per rimettere in buono flato il conquistato paefe , troppo fmunto e maltrattato dalle pai-fate rivoluzioni. Oltre di che egli non godeva quelle fontane di danari, delle quali abbondava allora Venezia sì per fedendone de gli Stati a lei fpettanti non meno in Italia, che in Dalmazia e iti altre contrade del Levante, come ancora perchè Venezia fi t riputava allora il più ricco emporio dell’Italia, anzi dell’ Occi- jjf dVv/ne- dente• H Sanuto (¿)ci fa vedere una parte di que’tefori, che , To. 22. il tràffico portava in quefti Secoli alla Piazza di Venezia. Ora il Kl'v Duca attendeva a premunirfì, e fece Lega co’Fiorentini disgu-F -.-9 3- ftati forte de’ Veneziani ; fìccome ancora co’Genoveii, e con Lodovico Marchefe di Mantova.. Conduflero i Veneziani al loro fol-do Carlo da Gonzaga, e nell’Anno feguente anche Guglielmo di Monferrato, cioè due Capitani, divenuti amendue per le ragioni fopradette nemici del Duca di Milano. Nel Mele d’Aprile dell’ Anno prefente crearono Capitan Generale delle lor armi Gentile da Lionejj'a , uomo faggio e prode. Ma perchè Bartolomeo Coleone, cj^e militava al loro fervigio con mille e cinquecento cavalli, e quattrocento fanti, pretendeva come dovuta a sè quella Dignità , fe ne adirò non poco , ed oltre al chiedere licenza col preteflo delle paghe, che non correano , moftrò affai la fua difpofizione di paflare all’ Armata Duchefca : fu prefa la rifoluzione di mettergli le mani addoffo, e di tagliargli il capo. Data quefta commeflione a Jacopo Piccinino, egli con una marcia sforzata di notte arrivò addoifo al Coleone, forprefe tutte le di lui genti, e poco mancò , che non reflaife prigione anche eifo Bartolomeo. Ebbe egli la fortuna di falvariì a Mantova , e re-ftò in potere e al foldo de’Veneziani tutto il corpo de’fuoi cavalli e fanti. Prefe egli poi foldo ne^efercito Duchefco, con aver