Annali d’ Italia; ro e fanguinofo per 1’ una e per 1’ altra parte ; ma in fine ebbero gli Ungheri la peggio, e ne tettarono moltidìmi prigioni. Tre ferite, ma non mortali, ne riportò eiTo Carlo Malatefla. Pandolfo iùo Fratello, chiamato al comando dell’armi Venete, fece altri progredì, e tutto cjuefl’ Anno fpefe in varj incontri e badalucchi. Ìal guerra diffufamente narrata fi vede da Andrea (a) Reduf. R edufìo ( a ) . In quefli tempi ancora Braccio da. Montone fuo-ST rufcito di Perugia cominciò con gli altri della tua fazione a far Rer. halle, guerra alla patria ( b ) ; ma ebbe una rotta da Nanne Piccolomi- (b) Johann. ni} e (]a Ceccolìno Perugino : il che gli fervi di fcuola , per far i/TStnlnf. meglio da lì innanzi il meftier della guerra, in cui divenne ec-Tom. xx. celiente. Rer. Italie. Anno di Cristo mccccxiii. Indizione vi. di Giovanni XXIII. Papa 4. di Sigismondo Re de'Romani 4. DI che tenore fodero la fede e i giuramenti di Ladislao Re di Napoli, era affai noto; e pure Papa Giovanni fi la-fciò attrapolare da un Principe così infedele col credere fìncera la concordia dell’Anno precedente. Dove andaffe quefta a terminare, fe n’avvide egli nell’Anno prefente. Dimorava effo Papa in Roma alla fpedizione de’facri e de’temporali affari; ma non gli mancavano affanni e liti per l’inquietudine de’ Romani., e per l’infedeltà di non pochi d’edì. Quand’ecco nel (c) Antonii Mefe di Maggio s’ode ( c) , che il Re Ladislao ha fpedito l’efer-Pj*n xxiv cit° ^u0 nella Marca d’Ancona, e comincia ad impadronirfi di Rcr, iulic. quelle Terre. Speditogli contro Paolo Orjino , lungi dal reprimere le forze nemiche, reffò affediato da Sforma fuo nemico in Rocca Contrada. Da quello tradimento conobbe il Papa, che il malvagio Re, vogliofo del dominio di Roma , verfo quella volta avrebbe indirizzate in breve l’armi fue. Così fu. Allorché s’ebbe nuova, che egJi fi andava avvicinando, e fu nel dì 4. di Giugno, Papa Giovanni, dopo avere fgravato il popolo Romano aalia terza parte della gabella del vino, chiamati i Confer-vatori e principali Romani a Palazzo, dopo avergli efortati ad edere fedeli, e a non temere del Re Ladislao, lalciò in mano loro il governo. Di magnifiche promeffe fecero allora i Romani . Ritirodì nel dì 7. d’ effo Mefe il Papa con tutta la Corte in