Annali d’ Italia.1
(s' Cronica corno Tnvul(io ; (<z) ed allora, cioè nella metà, di Novembre hgnancifl anche il Duca Valentino con due mila cavalli e fei mila fanti Librerìa E- venne a piantar 1’ affedio ad Imola. Poca reiìilenza fece quella Città: la Rocca fi tenne lo fpazio di venti giorni, e poi capito-Ferrar'a, lò. Pafsò di là all’affedio di Forlì. Dentro v’era Catterina Sfor-Tom. Z4. ^a , Donna d’ anim© virile , vedova del già Conte Girolamo Ria-Kfr. hahc. ^ cjie vig0r0famente fi mjfe a]ja difefa . Con tali ilrepitofi avvenimenti ebbe fine l’Anno prefente. *
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         Anno di Cristo md. Indizione in. di Alessandro VI. Papa 9. di Massimiliano I. Re de Romani 8.
        C^Ontinuo’ il Duca Valentino fui principio di quefl’Anno j l’affedio di Forlì, (b) Perduta la Città, Catterina Sforila Ha , J fi riduffe alla dxfefa delia Cittadella e della Rocca , moilran-MStadiEo in non men v^gilanza e bravura, che i più fperti e ve-logna. ' terani Ufiziali. Ma perii frequenti colpi delle artiglierie caduta Raynaid. parte del muro , ed aperta ampia breccia , per quella entrarono ^cronief' ie genti del Valentino con tal preilezza, che raggiunterò i fol-Vcneta. dati di Catterina nel ritirarli che faceano nella Rocca; ed en-TRcr'Italie trat* m e^"a’ ^e^a medefima s’infignorirono, ammazzando chi venne loro alle mani. Catterina rifugiatali in una Torre, con alcuni pochi fu fatta prigione, e mandata dipoi a Roma , e cu-ilodita in Calvello Santo Angelo . Ma Ivo d’Allegre, Capitano delle milizie Franzefi aufiliarie del Duca Valentino , prefo da ammirazione del coraggio di quella infigne Dama e Principeffa , e da compaffione al fuo fello, ne impetrò da lì a non molto la liberazione . Divenne poi, oper dir meglio era divenuta effa Catterina Moglie di Giovanni de’Medici, Padre di quel Giovanni, che nel Secolo fuffeguente fi acquillò la gloria di prode Capitano , e generò Cofimo, che fu primo Gran Duca di Tofcana. Le iniquità com-meife da’ Franzefi in Forlì furono indicibili. Non potè per allora il Duca Valentino profeguiril corfo difua fortuna, perchè inforte nel Ducato di Milano le novità , delle quali parlerò fra poco , dovette accorrere colà il Signor d’Allegre colle milizie Regie, dopo aver lafciata in Romagna memoria per un pezzo d’immenfe ruberie, difoneflà, ed altre ribalderie da loro commeiTe. Impadronitoli dunque d’Imolà, Cefena, e Forlì, fe ne tornò à Roma il Duca
Va-’