5© 4 Annali d’ Italia. chè Veneto , fi dipartirono, e diedero ubbidienza ad Aleffandro V. In efìò Concilio furono da lui riprovati tutti gli atti di Pietro di Luna, o fìa di Benedetto, e quei d’AleiTandro, condennate le loro perfone, e intimato a tutti i Fedeli di non ubbidire fé non allo fteffo Gregorio . Altrettanto fece in Perpignano 1’ Antipapa. Ed ecco di nuovo flagellata da continuate gravi calamità la Vigna del Signore. Papa Gregorio fuggì dalle mani de’ Veneziani con gran fatica, e colle Galee del Re Ladislao lì ritirò nel Regno (a) s°K9m*'Napoli. Scrive Sozomeno {a), ch’egli concedette a Ladislao Tom. xvi. Roma, la Marca, Bologna, Faenza, Forlì, ed altre Terre del-Rer. hahc. la Chiefa,e ne ricavò venticinque mila Fiorini d’oro. Se ciò è vero, gran tradimento fece coiiui alla Chiefa. Non era ignoto a Lodovico 11. Duca d’Angiò, portante allora il titolo di Re di Sicilia, che il novello Papa, e tutto il fa ero Collegio deteftavano l’infolenza del Re Ladislao, dappoiché avea ^ ufurpato il dominio di Roma, e d’altre Terre della Chiefa Ro- mana- ( ^ ) Perciò fpontaneamente , o piuttofto chiamato, fen 5. Antoni*, venne a Pifa, fperando col braccio del Papa nuovo di rientrare P-3- T“-*3- nel Regno di Napoli, e di abbattere la potenza di Ladislao. E veramente non mancò Papa Aleffandro di proceffare effo Ladislao , e di pubblicar Monitor] contra di lui ; anzi dato di piglio all’armi temporali, le ipedì alla ricuperazion delle Terre della Chiefa. Ora per conto d’effo Ladislao è da fapere, ch’egli ne’ (;) Ar.toniì innanzi, cioè (c) nel dì 12. di Marzo era arrivato a Roma Pad Diar. con poderofo ei’ercito di fanti e cavalli ; pofeia nel Mefe d’ Apri-TR™' Italie con Pa°l° Orjino , e col gran Contejìabile Alberico da Barbia- 110 s’inviò alla volta della Tofcana. -Ma il gran Conteftabile nel dì 26. d’Aprile finii fuoi giorni nel territorio di Perugia; e da ciò il Cardinal Coffa prefe occafione d’impadronirfi di Bar-biano e d’altre Terre, ficcome abbiam detto. Per trattato de’ Cittadini anche il Re Ladislao s’infignorì di Cortona, il cui Signore Luigi de’ Cafali fu mandato prigione a Napoli.. Inoltrof-iì poi fui Sanefe, commettendo ogni maggiore oftilità, e portò il terrore fino alle porte di quella Città, e di Arezzo. Ufava egli per fua divifa il motto: AUT C/ESAR, AUT NIHIL . Eranfi ben preparati i Sanefi e Fiorentini per la difefa. Malate-Jla àè Maìatefli Signor di Pefaro fu il Generale eletto da eili Fiorentini. Ma in quelle parti niun fatto d’armi rilevante accadde, che fia degno di memoria, perchè Ladislao fentendo che Baldaf-far Coffa Legato di Bologna, e braccio diritto del nuovamente elet-