Annali d’ Italia. ra in quel di Pefaro, Terra forte occupata già da Sigismondo Signore di Rimini. Nello fteflo tempo Alejfandro Sforma Signor di Pefaro, per opera di Federigo Come d’Urbino, rimetto in grazia del Conte Francefco fuo Fratello , voltata cafacca ripigliò 1’ armi contra di Sigismondo , e de’ Pontifizj. Per mancanza di polvere da fuoco non potè il Conte infignorirfi di Gradara ; e perchè niun foccorfo di danaro gli veniva con tutte le fue iilanze nè da Venezia , nè da Firenze , fi ritirò in fine a Pefaro a dar ri-pofo alle fue troppo {tanche genti. Intanto Papa Eugenio, il Re dlfonjò, e Sigismondo AiaUtejìa , avendo confentito il Conre ad una tregua ( per cui entrarono in grande fofpetto di lui i Veneziani ) fpedirono circa quattro mila cavalli in aiuto del Duca di Milano nel Mefe di Dicembre. Cefare da Martinengo', uno de’ (a) Cronica Caporali di queita genre, polla a {’vernare fui Parmigiano (a), jom°l,°8.na’ abbagliato dalla fortuna de’ Veneziani, pafsò dipoi nel Feb-Rer. balie, braio fuffeguente , fe non prima, colle fue fchiere al loro fer-vigio. Altrettanto fece colle fue anche Rinaldo da Montalbotto. A Anno di Cristo mccccxlvii. Indizione x. di Ni eco lo’ V. Papa i. di Federigo III. Re de Romani 8. Ve a finquì menata fua vita , pien di penfieri di guerra , e _ tormentato da affanni per cagion dello Scisma di Bafilea, y/2or Tll P°ntefice Eugenio IV. quando Iddio il chiamò a sè nel dì 23. Kir. Italie? di Febbraio in Roma (¿>) , Città da lui beneficata dopo il fuo ri-Vtta Eu- tomo colà, perchè vi riftorò le principali Chiefe , che erano in &nn2 ^ rovina, vi mantenne buona pace e giuftizia, e la fua mano era Rer.Italie, fempre aperta alle indigenze de’poveri. Fu Pontefice di rare qualità ; e benché alquanto sfortunato ne gli affari sì fpirituali, che temporali, pure di gran cofe operò sì nell’una, che nell’ altra parte . Memorabile retto la fua ricordanza, per aver uniti alla Chiefa Cattolica i Greci, i Maroniti, ed altre Nazioni Cri-ttiane d’Oriente, e tentato di unire infino gli Etiopi. E pure ebbe la disgrazia di lafciar la Chiela Latina in difordine per lo Scisma nato in Bafilea. Fu uomo di tetta dura, di raggiri politici, nè alcun menomo eccetto fi mirò in lui per ingrandire i fuoi Parenti, come ebbero in ufo altri fuoi Predeceffori. Tutto il fuo ftudio era in confervare, o ricuperare gli Stati della Chiefa Roma-