X » Mena Ruffa, la quale doveva ereditare il Marchefato di Cortona, » e la Contea di Catanzaro con affai altre terre-: Cofe tutte, nelle » quali altre famiglie d’Italia meno illuffri fuperaron Martino, che pur »era Principe Sovrano. Ed è gran maraviglia, che il noftro Annasila, il quale coiluma di lodare gli altri Principi, quando ingran-» difcono sè, ed i fuoi colle Città della Chiefa, pretenda d’impedire » a’Pontefici legittimi Sovrani il dar governi, amminiftrazioni, o Signorie a’congiunti, in tempo che non fi erano fpontaneamente obbligati a non farlo. Per efferfi negli ultimi fecoli andato veramente troppo innanzi in tale affare, già è noto, ciò che ftabilì Innocenzo XII. 1’ an. 1692. fenza condannare quel che avean praticato i fuoi Predeceffori. Ed è altresì noto , che i di lui Succeffori obbligati con doppio giuramento all’offervanza di tal coftituzione prima di giungere alla fuprema dignità della Chiefa, puntualmente l’offer-vano. » Quindi è, che non avrà forfè un plaufo fingolare quella efcla-mazione dell’anno 1478. contro di Siilo IV.— Ed ecco, dove fi lafciavano trafportare allora i Papi per cagion di quel Nepotismo, da cui finalmente abbiam veduti efenti a’ dì nollri alcuni faggi Pontefici, da cui fpecialmente alieno rimiriamo il gloriofo Pontificato del Regnante Papa Benedetto XIV. - Ma feguitiamo a vedere il Nepotismo prima dell’an. 1500. fenza prenderci briga del da lezzo. Certa cofa è, che dopo Niccolò V. a mifura che fi andò rinfrancando lo Stato Ecclefiaftico dai danni fofferti in tempo dello Scisma, e che acquiftò forze maggiori, fi aumentò la condizione del Nipotismo. E lo vediamo nel di lui Succeffore Calli-ilo III. perduto, come nota il Sig. Muratori, nell’amor de’Nipoti,-avendo anche promoiìì alla facra Porpora due d’ e ili non degni di sì riguardevol dignità, e creato Pietro altro fuo Nipote Duca di Spoleti, Generale dell’armi Pontificie, Prefetto di Roma, e Cartellano di S. Angelo ( an. 1458. ) —. Di Pio II. ne parla fan. 1461. in maniera troppo generale, ma nondimeno affai confa-cevole al propofito noftro: —Pio non voleva, egli dice, effer da meno de gli altri Papi, che ave ano già cominciato, e feguitarono poi lungo tempo a tenere per uno de’lor principali penfieri, e defiderj quello d’ingrandire a dismifura i Nipoti. Dopo aver egli invertito di varie terre della Chiefa quello luo Nipote ( Antonio figlio di Sorella adottato in Cafa Piccolomini ) procurò, che anche Ferdinando il promoveffe a gradi più alti-. Il Re Ferdinando gli diede per moglie una fua figlia bartarda, lo dichiarò Duca d’Amalfi, e gran Giuitiziere del Regno. Di Paolo II. che fuccef- » fe a