Anno M C C C C L X. *73 a i Turchi : tutte belle difpofizioni, le quali dove andaifero a terminare, non tarderemo molto a vederlo. Ciò fatto, fenza badare al rigore del verno , moife da Mantova il Pontefice Pio (*) Cronica nella metà di Gennaio, ed arrivò a Ferrara nel dì 17. (a) vito fempre nel viaggio per Po dal Duca Borfo con apparato di fella anche maggiore del precedente. Nel dì 22. arrivò a Bologna , e di là poi pafsò a Siena , dove fi fermò fino al dì 10. di Settembre: nel qual tempo andò a i Bagni di Macerata e di Petriolo. Egli era maltrattato dalla gotta, e fi facea portar da gli uomini in lettiga. Perchè veaea Sigismondo Malate/la , uomo torbido, e malcontento della Pace fatta , prefe al fuo iol-do Lodovico Malvefóo, ( b ) Condottiere d’ottocento cavalli e (b) Cr°nk* ducento fanti. E non il prefe indarno, perchè Sigismondo nel Tam^g*’ Novembre ruppe la guerra alla Chiefa , e andò all’ aiTedio di Rcr. Italie. Cartello Moro; ma ne fu cacciato con fuo diiònore da eifo Malvezzo. Cresceva intanto l’incendio della guerra nel Regno di Napoli . Già Marino Marcano Principe di Rolfano e Duca di Seifa vedemmo, che s’era congiunto con Giovanni Duca d’ Angiò , o lia di Lorena, (c) Altrettanto fecero Antonio Caldora e gli altrip) Smontu Caldorefchi molto potenti nell’Abbruzzo , e Pier-Giovanni Can- sfònizTl'ó tslmo Duca di Sora, e Niccola Conte di CampobaiTo. Penetrato xxf. poi il Duca Giovanni in Abbruzzo, trovò ubbidiente a’fuoi cen-ni la Città dell’Aquila. Intanto dal fervigio di Ferdinando fi le- Pomanus. ' vò ancora Ercole EJlenfe, Fratello del Duca Borfo, e colla fua Giornali brigata fi gictò nel partito dell’Angioino, aprendogli le Porte la Tomoli'. Città di Nocera de’Pagani. Ma quello, che maggiormente rin-Rn. Italie. forzò F efercito del Duca Giovanni , fu la venuta al fuo foldo di^¡■tlitnus5 Jacopo Piccinino, già fiaccato dal fervigio de gli Aragonefi, sì perchè egli era gran Capitano d’armi, e sì ancora perchè feco traife un buon corpo di foldatefche. ( d) Partitoli egli da Cefena(d) Cronica fui fine di Marzo , per la Marca d’ Ancona andò in Abbruzzo, ac-^£ Bologna, creicendo con ciò l’animo a gli Angioini, in poter de’quali ven-^‘ nero dipoi Foggia, San Severo, Manfredonia, e molte altre Terre . Allora fu , che Gian-Antonio Orfino Principe di Taranto , levandoli la mafehera, fi dichiarò del partito Angioino, ed unì col Duca le fue forze , che erano ben molte. Con tale prò-ferità camminavano gli affari del Duca; e già pareva, ch’egli folTe per far balzare dal trono il Re Ferdinando. Ricorfe il Re a i Veneziani e t iorentini ; ma niun d’ellì volle prendere impegno Tomo IX. S alcu-