Anno MCCCCXXXYI. i67 uomo fcelleratiffimo , fu il fuo Generale o pur CommeiTario a tale imprefa , nè il Conte vi fu invitato . Solamente egli vi mandò parte delle lue truppe fenza poi poterle riavere. Se l’intendeva coftui con Niccolò Piccinino, Generale del Duca di Milano, emulo , anzi nemico del Conte, il quale fi trovava allora a Parma con gran gente , follecitandolo affinchè veniife con-tra del medefimo Conte. Andava allora anche il Papa d’accordo col Duca di Milano. Nè quefto gli baftò. Avendo faputo, che elfo Conte dimorava fenza fofpetto e guardie a Ponte Pol-ledrano, perchè gli erano ignoti i penfieri del Papa, fi mife in procinto di forprenderlo quivi, e di farlo prigione nel dì 24. di Settembre .( a) Fu per buona ventura fegretamente avvifato (a) Ctonia il Conte da Niccolò Cardinale di Capoa di quel, che fi trama- Bo^in va contra di lui, nè tardò a muoverfi di là, e a deludere il di- Rc'r. fegno di chi gli volea male. Ma intercette poi Lettere dell’Of- . Cronica fida al Piccinino, tendenti alla propria rovina, fenza poterli più Tom.^xr. contenere, fegretamente meflè in marcia le file truppe , gli fu Rcr Italie. all’ improvvifo addoifo, lo fconfiife , e fpogliò quanti erano con lui. Se ne fuggì l’Offida a Budrio; ma colà portatofi il Conte, l’ebbe nelle mani, e il mandò poi prigione nel Girone di Fermo, dove lo fcellerato fece quel fine, che avea meritata la fua vita. Non mancò Papa Eugenio di mandar per-fone al Conte per certificarlo, che fenza fua contezza l’Offida gli avea tramate quelle infi die; ma Francefco credette quello, che a lui parve. Per la perdita di Genova non fi fapea dar pace Filippo Maria Duca di Milano . (¿) Subito che la ftagion lo permife , fpe-(b) Gìufli-dì Niccolò Piccinino a quella volta coll’ Armata, fperando di ri- nl.an\ Iilor cuperar la Città, giacché fi fofteneva tuttavia in mano delle lue* Geneva' genti il Caftelletto. Ma Niccolò non giunfe a tempo ; il Caftelletto aifediato, e con più aifalti tentato dal Popolo di Genova, prima ch’egli giugneife, capitolò la refa, con che fvanirono tutte le fperanze del Duca. Voltò il Piccinino l’armi contro la Riviera d’Occidente, con faccheggiar tutto ilpaefe; aifediò la Città d’Albenga, ma non gli riufcì di mettervi dentro i piedi. In quefto mentre i Genovefi aveano creato loro Doge 1snardo Guar-co , che non durò fe non fette giorni in quella Dignità, perchè Tommafo da Campofregofo il cacciò di fedia , e fi fece di nuovo proclamar Doge. Entrarono pofcia i Genovefi in Lega co i Veneziani e Fiorentini. Veduto che ebbe Niccolò Piccinino, chenul- L 4 la