io Annali d’ Italia. de’fuoi fervigj , ed egli ne entrò in poffelTo. Scrivono altri, cheanch’effo colla forza ne occupò il dominio. Ottobuon de' Ter^i nè pure egli flette colle mani alla cintola . Collegatofi con Pieiro de’ Rojffì proditoriamente nel dì 8. di Marzo entrò in Parma, e ne partì poi il dominio col Roifi . Ma da lì a poco avendo efclufo il collega, ne ufurpò tutta la fignoria per sè con gran dolore della fazion Guelfa, che teneva per fuo capo il Roifi. E perciocché nel dì 16. uno di queila fazione uccife uno de’prò v-vifionati di Ottobuono, queito fiero ferpente co’tuoi foldati sfogò il fuo fdegno contro gli amici de’RoiTi, lenza nè pure perdonare a donne, vecchi , e fanciulli. Trecento e quattordici di quella fazione rimafero vittima del fuo barbarico furore , e poi mandò que’ cadaveri fopra delle carra ad una Terra de’Roiii . Erafi già ribellata Piacenza al Duca di Milano, e n erano divenuti padroni gli Scotti. Portoffi colà Ottobuono colle fue milizie; e con ifcacciarne gli Scotti , ebbe in fuo potere ancor quella Città, eccettochè le Fortezze, le quali tuttavia fi tenevano pel Duca di Milano . Fu inviato nel feguente Aprile anche il Marcheje Niccolò Eflenfe Signor di Ferrara e Modena da i Cittadini di Reggio, defiderofi di fottometterfi al placido di lui governo . Vi fpedì egli le foldatefche fae fotto il comando di (J-guccion de’Contrarj , di Sforza Attendolo, ch’egli avea prefo a i fuoi fervigj, e d’ altri valorofi Capitani. Nel primo dì di Maggio quel popolo aifediato levò rumore , e prefe l’armi, e fi diede al Marchefe. Entrarono le fue genti in Reggio, formarono anche l’aiTedio della Cittadella; ma ciò faputoh da Ottobuon Terzo, fi difpofe per foccorrere quella Città, moilrando di far- lo a nome del Duca di Milano ; e fotto queilo colore s’impadronì ancora di quella Città, dalla quale fi ritirarono per tempo le milizie Eitenfi. Nè tardò coltili a far delle irruzioni e de’fieri faccheggi nel territorio di Modena. Ma fra gli altri gravitimi fconcerti del Ducato Milanefe, orrido fu quello della difcordia nata fra il giovinetto Duca Giovanni Maria, e Catterina DLi-che jf a fua Madre, già Figliuola di Bernabò Visconte. Ritiratali quella a Monza, Francefco Visconte allora prepotente fegreta-mente inviò colà gente armata, che introdotta nella notte del dì 15. d’Agoilo in quella nobil Terra, prefa la Ducheffa, la conduiTe nel Caltelio di Milano, dove da lì a poco tempo diede fine alla vita, e comunemente fu creduto per veleno. Se v’ebbe parte il Duca fuo Figliuolo, come alcuni vogliono, Dio non af-