XIX » lecita a difporre ¥ Imperadore per la fpedizione contro il Turco : >» Dux Mediolam bene optai, gli dice, & fi Vicarìatum Lombar'òim » fibi concederei Imperlum, ut infìamus , anno prcettrìto, & prcefenù » armígeros mifififet in numero competenti ; fed mitiere, & non honorarì » per Jmperatorem, velut Ducem Mediolani, forjitan quam fu ei grave » confiderei quisque. Si tu proficere poffes ad obtinendum , &c. E 1’ann« » 1461., cioè un anno dopo i fegreti colloquj, furono inutili le iilan-» ze di Pio all’Arcivefcovo di Colonia: perchè l’Imperadore nega-» va poter fuccedere in un feudo Imperiale una figlia ballarda del » Duca, che era moglie di Sforza ( Rayn. ib.num. iz> &Jequ. ) Nè »fi trova, che il Duca avelie mai tale invefiitura dall’Imperadore, » il quale anche nel fuo fecondo viaggio in Italia 1’an. 1468. fi cen-» ne lungi dallo Stato di Milano. E Galeazzo Maria allora Duca, » memore forfè del primo viaggio di Federigo, in cui era andato » d’ordine del padre— ad attellargli il fuo oil’equio, e la fua ubbi-» dienza a Ferrara; ma punto non fi cangiò per queito l’animo d’ » eiTo Augulto verfo di lui--, lo lafciò pafiar magnificamente per » gli altrui Stati, fenza muoverfi. » MaiTimihano per maneggio di Lodovico Sforza detto il Moro » fposò 1’ anno fteffo della morte del padre 1493. Bianca Maria » Sforza forella di Gian-Galeazzo Maria Duca di Milano, e Nipo-» te di Lodovico, e l’anno feguente eflendo morto il Nipote, Lo-» dovico fi fece crear Duca da’Primati di Milano, e n’ebbe anche » il Diploma Imperiale da eíTo Maximiliano, che fece in Italia fi-» gura anche inferiore a quella del padre. Invitatovi 1’ an. 1496. dal » medefimo Duca, e da’Pifani, calò in effa con foli 500. cavalli , » e otto bandiere di fanti : andò prima a Milano, indi a Genova, e » poi a Piia , — dove penfando d’immortalare il fuo nome, dopo aver » prefi alcuni Cafteletti, s’ accinfe all’aiTedio di Livorno detenuto al-» lora da’ Fiorentini — : ma quando fi fu per dar 1’ ultimo affalto, na-» ta diffenfione tra lui, e i Commiffarj Veneti, che pretendevano » quel luogo , s’aggiunfe anche una fiera burrafca:— In fomma an-» dò a finire la mofla di quefto gran Principe in fole dicerie fvan-» taggiofe al di lui nome . Se ne tornò egli fui fine dell’anno in Ger-» mania, portando feco dell’amarezza contro de’Veneziani, perchè » quelli, oltre all’ avere ílurbati i fuoi difegni, aveano anche fcoper-» ta la di lui intenzione d’occupar Pifa, come Città dell’Imperio —. » Tanto ci fomminiilra di notabile il noilro Annalilla intorno a’Re » de’Romani, e Imperadori di quello Secolo . Che altre minute co-» fe, narrate anzi per genio, che per neceflìtà , non meritano la pe-» na di fcriverle , o leggerle. Di tal natura è quella di Gabrino Fon- » dolo