—gr*-— Anno MCCCCLVIII. *¿5 tà : al che continuamente ancora l’incitavano i fuorufciti Adorni , Fiefchi, e Spinoli. Avendo perciò inviate venti Navi cari che di foldatefche, e d’ ogni Torta di munizione, ed inoltre dieci Galee ben’armate, al Tuo Ammiraglio, cioè a Bernardo Villamarino, che con altre venti Galee era fvernato a Porto Delfino , ordinò di procedere contro la Città di Genova . Nello ftefl'o tempo unite altre Tue milizie a quelle, che poterono mettere interne gli Adorni, e gli altri fuorufciti, volle , che anche per terra fe ne formaffe 1* afledio . Per la lunga pailata guerra fi trovavano allora non poco infievoliti i Genovefi : tuttavia animati dalla natia loro bravura , e dall’ antico odio contra de’ Catalani, fi ac-cinfero validamente alla difefa. Nè il Duca Giovanni Regio lor Governatore, nè Pietro Fregofo ommifero diligenza e riparo alcuno per refillere a tanta tempefta. Dio sa nondimeno come farebbe terminata quella tempefta. Onde meno fe l’afpettavano venne loro il foccorfo ; e quello fu la morte dello ftefl'o Re Alfon-fo. Appena ne fu giunto 1’avvifo, che la nemica Flottali fciol-fe, chi come fuggendo a Napoli, e chi tornando a Barcellona. Nè fu men preito a ritirarfi l’efercito di terra ; ed eflendo da lì a qualche tempo mancati di vita Barnaba e Rafaello Adorni, fu creduto, che l’ecceiìiva doglia di aver perduto nell’amico Re un gran protettore, ed infierre il vedere andata in fumo la fperan-za di confegui'r una vittoria, ch’eili fi tenevano in pugno, fervide ad abbreviarci lor giorni. Tuttavia la Città di Genova, ancorché liberata dall' aifedio , rimafe in cattiviflimo ftato , perchè le fatiche fofferte, e la careftia patita dal popolo in quell’ af-> fedio, furono feguitate da una grave Epidemia , o fia Pelle, che fece ftrage di atfaiflime perfone . Giunse dunque al fine di fua v’ta Alfonfo Re d’Aragona, Valenza, Sicilia, e Napoli nel di 27. di Giugno dell’Anno pre-fente (ci), Principe di gran fama a’fuoi tempi non meno per la (a) Giornali felicità della fua mente, e della fua rara Prudenza, che pel va- j^ol‘xxr lore , per la liberalità, per l’amore delle Lettere, e de i Let-Rer. hUii terati, che non mancarono di efaltar le fue lodi, e fra gli altri Biondus, Enea Silvio , Anronio Palermitano fuo Segretario, Bartolomeo p^dlui[ Fazio, che icrilTe la fua Vita, Giorgio da Trasfonda , e Loren-6* aia, zo Valla. Ma cotante fue belle doti non andarono disgiunte da una sfrenata Ambizione , da una fcandalofa Lafcivia, e da una fmoderata indilcretezza in aggravar di taglie e gabelle i fuoi Popoli , oltre aL voler fare da Papa ne’iuoi Regni, con vender an-