» alle fiamme la Città delle Smirne, e qui terminarono tutte le pro-» dezze, che certo non gualcarono punto gli affari del tiranno <rO » riente, al quale con più fortunato fucceiìo , fece negli lleflì tempi » guerra Uffumcaffann Re di Perfia . Contuttociò tornato a Roma nel » Gennajo feguente effo Cardinale, vi fece la fua entrata, come trion-» fante con 25. Turchi prigioni, e dodici cammelli, che portavano » le fpoglie de’nemici — . Da quello bel tratto ironico s’apprende, »quanto poco incontrano le azioni, e le inazioni Pontificie, che »pur da altri Scrittori fi pofero in altro lume. Anche l’anno 1478. » ove parla dell’ alpra guerra fatta dal medefimo Pontefice, e dal » Re Ferdinando a’Fiorentini, fe avelie confultato il Rinaldi, avreb-» be forfè mitigato il zelo , nè avrebbe sì facilmente allento, che — » più potè nel cuore del Papa 1’ ambiziofa politica del Conte Girola-» mo fuc Nipote, e del Re Ferdinando, che ogni altro riflelTo con-» veniente al l'acro fuo minillero Che poi quello impegno del »Pontefice cauiaiTe la pace de’Veneziani col Turco, il quale avea » fatta l’anno fcorfo una lagrimevole irruzione dalla Boffina nel Friu-» li ; e tutti i Principi d’Italia lì mifchiaiTero in quello impegno del »Papa co’Fiorentini, egli è certo. Ma è certo, che udita l’anno » 1480. la prefa d’Otranto, Siilo vivamente promoffe, e con effet-» to, la lacra Lega ( Raynald. 1481. n. 4. ) che ritolfe a que’ Barba-» ri l’importante piazza nell’anno feguente, in cui morto Maomet-»to, e litigando l’imperio Bajazette, e Zizim^ que’barbari abban-» donarono l’Italia, che refpirò per quella parte. — Se poi di groifi » conti avrà avuto quello Pontefice nel Tribunale di Dio—, per ave-» re impedito egli l'olo l’andarfì— a fiaccar le corna al tiranno d’ » Oriente, - lo lafcerem giudicare al nollro Annalilla.
  »11 non aver cercati nuovi guai all’Italia con tentare una poten-»za sì formidabile, fece durar la quiete della medefima ne’due Pon-» tificati feguenti, e perciò in tutto il Secolo , di cui parliamo . Anzi »i valorofi Cavalieri di Rodi, foccorfi fempre dalla Santa Sede con » buone fomme, fotto la condotta del gran Maeflro Pietro d’ Aubuf-»• fon avean fatto prigioniero Zizitn, e con gran gelofia del fratello » Bajazette, perchè era amatilììmo da’Turchi, lo ebbe in regalo dal » gran Maeflro il Pontefice Innocenzo Vili, che lo ricevè con molto »onore in Roma l’anno 1489. e in ricomjienfa creò Cardinale il » gran Maeflro in compagnia di Giovanni figliuolo ai Lorenzo de’Me-» dici , che fu poi Leone X. Si avverta qui di paiTo , che la promo-» zion di Giovanni de’Medici è uno de’molti luoghi di quel buon Jag-» gio di Storia, che difie il Sig. Muratori d’aver dato alla luce, e » che in quelli Annali emenda., o contraila. Ivi ( Amidi. EJìtnf. P. 2.
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