■<è» 58 *Ì=>- quali si ripeterono ad un tempo collo stesso disegno, e si resero effettivi in doppio metallo, cosi il ducato d’argento che lo zecchino d’oro, nelle tariffe di allora valutati appunto l’uno e 1’ altro ai due prezzi suddetti ; conguagliando in tal modo il rapporto fra le due monete, e quello fra i due diversi metalli, secondo ciò che si era adottato e stabilito fin dal 1593 : che 1’ oro fosse all’ argento in ragione di uno a dodici. Nel 1608 uscì il ducato d’oro, moneta finissima al pari dello zecchino, col leone in piedi, come il ducato del Priuli, e con quella leggenda, dichiarandosi che 170 di questi nuovi ducali nel peso e prezzo loro equivalessero a 100 degli antichi, cioè a 100 zecchini ; e si fece pure il mezzo ducato ed anche il doppio, distinto il primo nella leggenda colla parola medivs, ed il secondo nell’ e-sergo colla marca D. II. che ne esprime l’importo. Non è poi vero che siffatta moneta, rimasta più di curiosità che di valuta, non sia stata battuta da altri dogi, trovandosene pure dei dogi Antonio Priuli e Giovanni Cornaro, e se ne fa menzione anche nelle tariffe dell’anno 1764, in cui apparisce che dalle lire 13:10 si mettesse a lire Ih. Col nome del doge Donato stesso (tav. IV, n. 2), è da notarsi esservene un raro esemplare, nel cui rovescio, invece del leone in piedi col libro, vi è il santo Evangelista col motto : devs regat reipvbblicae dvcatvm, ed è del peso un poco maggiore di grani 43. Apparisce che lo zecchino d’argento, fatto sullo stampo aneli’esso di quello d’oro, venisse fuori nel 1609, in seguito al decreto che permise ai privati di batter moneta a piacimento, purché fosse secondo la sistemazione della zecca ; è desso del peso di grani 219, i quali, secondo i prezzi delle giustine, bene si conguagliano alle lire 10 suaccennate ; e del medesimo si fecero pure gli spezzati, il mezzo, il quarto e l’ottavo, distinti per lo più colle parole : medivs, qvartvs, ocTAWs, innestate nella consueta leggenda : sit tibi christe, ecc. Egualmente rari, sì l’intiero che questi spezzati, si trovano a vicenda ripetuti fino a Francesco Molino, cioè alla metà del 1600, notandosi in essi un sempre maggior peso, che sotto questo doge trovasi di grani 1012 ; se ne accenna però alcun esemplare