Anno MCCCCXXXV. i6} Duca di Milano. Per la di lui lontananza incoraggito Niccolò Fortebraccio nemico del Papa con una marcia sforzata arrivò addof-fo a Leone Sforma lafciato dal Conte Francefco fuo Fratello a Todi con mille cavalli e cinquecento fanti per guardia de’ fuoi Stati, e il fece prigione co i più del fuo feguito. Dopo di che fle-fe le conquifle e i faccheggi nel territorio di Camerino, minacciando anche il reflo della Marea. Fu da ciò obbligato il Conte Francefco a volare colà. Spedito Aleffandro Sforma fuo Fratello con Tahano Furiano contra d’eifo Fortebraccio, che ailediava allora Capo del Monte, su quel di Camerino attaccò la battaglia. Andò in rotta l’Armata del Fortebraccio, ed egli fleffo mortalmente ferito finì da lì a poco di vivere . Rallegrate le milizie vincitrici del Conte col ricchiffimo bottino, furono appreifo condotte ad Aififi , già occupato dal fuddetto Fortebraccio. Si rendè al Papa quella Città , e Leone fratello del Conte fu rimeifo in liberta. Ma quello, che più flrepitofo riufcì nell’Anno prefente, ci vien fuggerito dalla Storia di Napoli ( a ). Poco flette la Re- (a) Giornali gina di Napoli Giovanna IL inferma da qualche tempo , a te-ner dietro al defunto fuo Figliuolo adottivo Lodovico d’ Angiò. Rcr. Italie, Mancò ella di vita nel dì due di Febbraio, con lafciare erede Renaio, o fia Rinieri d'Angiò, Fratello di Lodovico . Vi fu, chi pretefe battuto alla macchia quel fuo Teilamento. Dimorando allora in Sicilia Aìfonfo Re d’Aragona, teneva fempre gli occhi aperti fopra i fatti del Regno di Napoli, e già era nel fuo partito Gian-Antonio de gli Orfini Principe di Taranto col Duca di Seffa e con altri Baroni. Trovoffi allora divifo il Regno in varie fazioni. (¿) Papa Eugenio IV. pretendendolo y?) Smoneu devoluto alla fanta Sede, non folamente fpedì colà i Monito - sfin.T ^Jod, rj , ma diede ordine a Giovanni Vitellefco di entrarvi colf armi Bon'm-Pontifizie j nè gli mancava il fuo partito . La Città di Napoli con aifai altre Città e Baroni teneva quello de gli Angioini. E in terzo luogo , ficcome ho detto , facendo il Re Alfonfo valere l’adozione già di lui fatta, benché ritrattata dalla Regina , ed aflìflito da molti di fùa fazione, fi mife in punto per ottener colla forza ciò, che gli era contraflato dall’altre contrarie fazioni. Unita dunque una poffente Flotta, andò a sbarcare nel Regno di Napoli, e a congiugnerfi col Duca di Seffa: nel qual tempo Jacopo Caldora, e Michele Attendalo affediava-no Capoa, occupata dalle genti del Principe di Taranto. Gran L 2 pefo