Anno MCCCCXLVIF. z zi che la Città di Lodi loro il diede. Ebbero pofcia il forte Cartello di S. Colombano , iìtuato tra Lodi e Pavia . Regnava allora gran difcordia fra i Cittadini di Piacenza (a). Nel loro (a) Ripaita Coniìglio la fazion più potente la vinfe, ed avendo fpedito a p/^n'tini i Veneziani per fottometterfi al loro imperio, non durarono fa- Tom. 20. ’ tica ad ottener quanto defxderavano , e con patti i più vantag- Italie. gioii del Mondo: per la qual co fa fecero poi gran fella e falò. Nel dì 20. d’Agorto Taddeo Marchefe d’Erte con mille e cinquecento cavalli Veneti prefe il portello di Piacenza , e nel dì 22. arrivò colà con più gente Jacopo Antonio Marcello Provveditore de’Veneziani. Intanto i Milanefi tutti d’accordo, con avere per loro Capi Antonio Trivulfto, Teodoro Boffio, Giorgio Lam-pugnano , ed Innocenzo Cotta , ( b ) la prima cofa , che fecero , (b) sìmoneu fu di cavar dalle mani de gli Ufiziali del Re Alfonfo il Cartello Vlt- Frane. e la Rocchetta . Col regalo di diciafette mila Fiorini d’oro eb- Tom XXI. bero quelle Fortezze, e torto le fpianarono da’fondamenti. V Rer. Italie. ambafeiata da eili inviata al campo Veneto per ottener Pace, e far Lega , fu quali accolta con rifo . Si tenevano allora i Vene- 1 111 ziani quafi in pugno tutta la Lombardia. E però fi rivolfero i Milanefi al Conte Francefco Sforma, che era paflato alla fua Città di Cremona , pregandolo di voler aflumere la difefa della lor Libertà nella guiia, ch’egli era per fervire al defunto Duca, offerendogli il comando della loro Armata col titolo, e con gli onori di Generale . Non era lo Sforza folamente infigne per la fua perizia e bravura nell’armi; poffedeva anche un’ammira-bil accortezza ne’politici affari; e però quantunque gli potefle parere llrano di doverli fottomettere ad un Popolo, per comandare al quale egli era venuto: pure accettò l’offerta , e fi accordarono le condizioni del fuo Generalato . Ebbe anche forza la fua lingua di trarre nella fua amicizia Francefco e Jacopo Piccinini, non ortante l’antico odio, che paiTava fra le loro cafe e perfone. Ciò fatto ufcì egli in campagna , ed unite le Tue truppe con quelle de’Milanefi, alle quali aggiunfe ancora Bartolomeo Coleone fuggito dalle carceri di Monza dopo la morte del Duca, avendolo affidato, e guadagnato al fuo fervigio , andò all’ afledio del Cartello di S. Colombano. Mentr’ egli quivi dimorava, erano in continua diffenfione i Pàvefi, adirando alcuni a prendere per loro Principe Lodovico Duca di Savoia, altri Giovanni Marchefe di Monferrato, ed altri Lionello d'E(le Marchefe di Ferrara. Ma non vi mancava il Partito di coloro, che ante-