Annali d’ Italia. nero nalcoii in una caia. Fatto giorno ordinò il Re , che fi def-le un fiero all’alto alle mura di Napoli alia parte opporta : nel qual tempo i foldati entrati impuffeffatifi d’ una Porta , v’ inalberarono la bandiera Aragonefe . Nello fteffo tempo quei di fuori cominciarono colle leale a falir su per le mura -, e quantunque il Re Renato come un lione accorrerti e faceffe molte prodezze per trattenere quello torrente, pure fu in fine forzato a ritirarli, per timore d’effere prefo, in Caltello Nuovo. Entrati dunque gli Aragonefi, per quattro ore diedero il lacco alla Città , hnchè arrivato anche Alfonfo , mandò bando pena la vita, che defirteffero dalle offele. Grandi carezze fece a’ Napoletani, e la Città s’empiè in breve di vettovaglia. Giunca) Boxine, fero in quel tempo due navi Genovciì, (a) che milero provvi-Tcm^'ì, fioni in Cartello nuovo, e lopra d’elle imbarcatoli il Re Re-Rer. halic. nato, fe n’andò a Firenze a raccontar le lue disavventure al Papa , e a lamentarfi di lui, perchè averte impedito al Conte Francefco il recargli aiuto. Fu confolato con una bella Inverti-tura del Regno di Napoli, che veramente venne a tempo al fuo bifogno, e però fe ne tornò da lì a qualche tempo in Provenza , affai chiarito della volubilità delle cofe umane. Seppe ben prevalerli della fua fortuna il Re Alfonfo. Da lì a pochi dì gli fi rendè il Cartello di Capuana , e il Nuovo fu affedia-to. Nel dì 21. di Giugno marciò coll’efercito fuo contro zà Antonio Caldora , il quale nel dì 28. unito con Giovanni Sforma Fratello del Conte, animofamente andò ad attaccar battaglia col Re. Se non era erto Caldora tradito da’fuoi, forfè gli dava •una mala giornata; ma reftò sbaragliato e prefo. Secondo il (b) Simonetta (¿) , grave folpetto di tradimento diede il medefi- SfmiaL6 m0 Antonio . Pol'cia perchè egli rivelò al Re le intelligenze di Tom. ii. molti Signori del Regno col Conte Francefco, ebbe falva la vi-Rtr. Itahc. ta ^ e con quattro bicocche a lui concedute in Abbruzzo fu ri-meflo in libertà, eflendo paffate le fue genti al fervigio d’Al-fonl'o . Giovanni Sforza, venuto colà con due mila cavalli, fe ne tornò con foli quindici a trovare il Conte fuo Fratello nella Marca. Non finì 1’ Anno, che a riferva di Tropea e di Heggio di Calabria , tutto il Regno venne alla divozione del Re Alfonfo, Principe liberale verfo gli Smici, clemente verfo i nemici, e che iacea buona giuftizia ad ognuno. Ebbe anche le due Fortezze di Cartello Nuovo , e Cartello Sant’ Ermo, de’ quali il Re Renato volle più torto fare mercato con Alfonfo , che difenderli fen-za frutto alcuno. In