SS	Annali d' Italia;
         poter efpugnare il Cartello. E perchè PancLolfo Malatefla ufcì in campagna per liberar quel Cartello dairafledio , trovandoti allora il Duca fenza forze da poterfegli opporre, ordinò che la Città forte evacuata da tutti gli abitanti, i quali piagnendo iì riduttero parte a Pavia, parte a Lodi. Rimafe Piacenza di-fabitata, ed entrativi l’Arcelli e il Malaterta non vi trovarono, fe non le mura delle cafe. in quell’ Anno poi il Carmagnola tornò ad impofledarfi di Piacenza, e mife l’afledio al Cartello , quello poi folamente nell’Anno feguente o per la fuga dell’ Arcelli , o per patto fatto con lui, venne alle fue mani. Pafsò dipoi V Arcelli al fervigio de’Veneziani , per li quali fece di moke prodezze, e conquido il Friuli, flccome andremo dicendo .
          Tento’ancora nell’Anno prefente il Carmagnola Pizzighir-tone e Caftiglione di Giaradadda, ma fenza frutto. Si rivolfe dunque a Cremona, e vi mife il campo, rifoluto di fterminare
         il	Tiranno Galano Fondolo.ln quefti progredì del Visconte Pan-dolfo Malaterta Signor di Brefcia già mirava i preludj della fua caduta; e però avendo il Duca rotte le tregue , anch’egli prefe l’armi per foccorrere Cremona, fenza che apparisca dipoi, che facede imprefa alcuna degna di menzione. Abbiamo in oltre da
fa)	Senven. Benvenuto da San Giorgio (a) , che nel dì 20. di Marzo dell’An-%fr' .G/°^'n0 prefente erto Duca acconciò le differenze, che pattavano tra Monfirrat. 1 ui, e Teodoro Marche/e di Monferrato, avendo in tal congiun-Tcm. %3.i tura il Duca ricuperata dalle mani di lui la Città di Vercelli, e
*r, il Marchefe ottenute varie Cartèlla colla cedion d’ogni ragione
fb)	Johann. f°Pra Cafale di Sant’ Evado . Tornodi in querto Anno a fconcer-SteiUAnnai. tare la quiete di Genova (¿) per cagione de’Guarchi, de’Mon-TomUCnJ' taldi » ^ Teramo Adorno, e d’altri fuorufciti, che ricorfero a Re?, balie. Filippo Maria Visconte per impetrar foccorfo contro la Patria,
vogliofi di deporre Tommafo da Campofregofo Doge. Sperando
         il	Duca di pefcare in querto torbido, diede volentieri orecchio al trattato, e fomminirtrò loro un corpo di foldatefche. Ma di ciò all’Anno feguente. Mancò di vita per la Pefte nel prefente Anno , e non già nel precedente, ficcome dicemmo , Gian-Galea{-
(c)	Chronn. de Manfredi Signor di Faenza (c); e in quefti tempi appun-t0 ^aceva erta Pestilenza grande llrage in Firenze e Tofcana. Rer. Italie. Nè poca era la balordaggine delle genti d’allora, perchè fuggendo ibeneftanti dalle Città infette, fenza oppoiìzione trovavano ricovero nelle Città fané ■> maniera facile di maggiormente dilatare