-C¿o 178 ■»£> vescovo di Padova sul fine del secolo XVI, raccolse da ogni parte, con grande spesa, buoni cantori per la cappella del proprio duomo, e fu egli stesso studioso e dotto in musica (Il Lambardo nella ded. dell’ Antif., Atti della capp. di San Marco, a. 1395). Ma chi non sa della nobil casa Grimani, fondatrice di tre teatri, che albergò spesso nel proprio palazzo i migliori artisti e maestri; d’ un Veniero, che cercava conforto ai dolori della podagra in una corona di eletti musici, che stava intorno al suo letto ; d’un altro Cornaro, che, ambasciatore a Vienna, tenne al suo servigio l’illustre Porpora, e giovò moltissimo all’ educazione di Haydn ; d’un Contarmi, che tramutò nella sua villa di Piazzola le cittadinesche delizie, edificandovi un elegante teatrino, cui dotò d’uno studio con un centinajo e mezzo di drammi in musica, lutti trascritti di bel carattere, parte anche appostatamente composti, che sono ora nuova ricchezza non ha guari aggiunta alla marciana biblioteca? Nè finiremmo così presto se volessimo ricordar tulli que’veneti patrizi che giovarono con una special protezione al perfezionamento di codest’ arte. Sia suggello il nome d’Andrea Erizzo, recente esempio d’antica magnificenza nel raccogliere il fiore de’ veneziani artisti nella sua villa di Pontelongo, che nella stagione di primavera parea mutata per incanto in uno di que’favoleggiati palazzi d’Alcina o d’Armida, oltre alle splendide ed elette accademie, che a quando a quando offriva in città, spendendo in sì fatte liberalità presso che tutte le sue ricche rendite. Ma di tali esempi dee parer miracolo all’ età nostra trovarne uno : tanto sono mutate le condizioni de’ tempi.