to6 Annali d’ Italia. da un Tuo fante tradirò fu condotto prigione al Conte FranceSco* Ebbero fatica a ridurli in falvo il Cardinal Domenico Capraaica Legato del Papa, e Malatefìa a Cefena. Nel dì feguente Monte Olmo fi rendè al Conte Francefco , ed ivi fu ritrovata gran copia d’Ufiziali e foldati del Piccinino , che vi fi erano rifugiati con affai cavalli e robe preziofe. Ciò fatto marciò il vittoriolo Sforza a Macerata, e fenza fatica fe ne impolfeSsò, ficcome ancora di S. Severino. Cingoli volle-», afpettar la forza, prima di renderli , e dopo otto giorni fe gli fottomife con altri piccioli Luoghi. Intanto elio Conte fece tentar di pace Papa Eugenio, che iì trovava allora a Perugia, conturbato non poco per le di lui vittorie , dopo aver fulminate le Scomuniche nel precedente Maggio contra di lui, e di Sigismondo Malatefta . Alle ifianze del Conte diedero maggior polio gli Ambafciatori di Venezia e Firenze, di maniera che l’accordo feguì nel dì io. d’Ottobre, con avere il Papa lafciate al medefìmo Conte in Feudo con titolo di Mar-chefe tutte le Terre da lui poffedute e ricuperate prima del dì 15. o pure 18. del Mefe fuddetto . A riferva d’Ofimo , Recanati , Fabriano, ed Ancona, il rello della Marca ubbidiva a’ Tuoi cenni. Era venuto a Milano Niccolò Piccinino, chiamatovi, come diffi ( non fi sa bene il motivo ) dal Duca. Non gli fi partiva dal ^ Guore 1’affanno Per la perdita di Bologna, (a) e per la fconfit- 1 a'10' ta alni data dal Conte Francefco Sforza. A quelli penfieri, che il laceravano di dentro , fi aggiunfe l’altra dolorofa nuova non folo della rotta di Francefco fuo Figliuolo , ma d’effer egli anche caduto prigione nelle mani dell’emulo, o ila nemico Sforza. Soccombè in fine alla malinconia , ed infermatoli terminò il cor- (b) Crìjiafi- del fuo vivere nel dì 15. o pure 16. d’Ottobre (¿): con che rj da Soldo mancò uno de’più inlìgni Generali d’Armata , che s’avelie l’Ita-^om'xxY lia ’ a cu* n*un a^rro Potea anteporre , fe non Francefco Sfor-Rer. Italie, za . Nelle fpedizioni la fua attività e preftezza, non ebbe pari; ma egli fi prometteva molto della fortuna, e però azzardava bene fpefTo nelle fue imprefe : laddove lo Sforza fempre operava con faviezza, e fapea cedere e temporeggiare, quando lo richiedeva il bifogno, nè temerariamente mai procedeva in ciò, che imprendeva. Per la morte del Piccinino Sommamente fi aiflifle il Duca Filippo Maria , rimafto privo di sì valente , onorato, e fedel Capitano ; nè potendo far altro , fi rivolfe a beneficare i di lui Figliuoli Francefco, e Jacopo, con aver ottenuta la libertà del