Anno MCCCCLX. 17^ ebbe fcrupolo la Regina I[ab ella , fua Moglie faggia, di andare colla buffola in mano per Napoli cercando come per limofina foc-corfo ; e con ciò raunò una iomma d’ oro , tanto che il Re fi ri-mife alquanto in arnefe. Ma quella vittoria fi tirò dietro favorevoli confeguenze pel Duca d’Angiò. Nola col circonvicino pae-fe fe gli diede. Roberto Conte di San Severino , e il Duca di San Marco , con gli altri della Cafa di San Severino, non potendo di meno, vennero alla di lui ubbidienza . Così parimente fece Co-fenza in Calabria, a riferva della Rocca ; e Caftellamare in Terra di Lavoro, e moltiffime altre Terre, e Baroni del Regno, di modo che a poco oramai fi ftendeva la Signoria del Re Ferdinando . Se il Duca d’ Angiò marciava a dirittura a Napoli, fu comune credenza, che vi avrebbe meifo dentro il piede , perchè nè pur ivi mancava a lui una grolla fazion d’Angioini. Ma il Principe di Taranto, che non volea finir sì prefio la guerra , fi oppofe , e condufle il Duca contra d’alcune Terre e Baroni tuttavia disubbidienti . (a) In Napoli poi col tempo fu detto, che la (a) Giornali Regina lfabella, Nipote d’ elfo Principe di Taranto, veftita da Napoletani Zoccolante, folle ita a rrovarlo, e gittatafi a’di lui piedi, il pre-gaffe, che giacché l’avea fatta Regina, la lafciafle anche morire Regina; e ch’egli perciò menafle a ipaflò da lì innanzi il Duca d’Angiò . Non andò molto, che anche a S. Fabiano in Abbruzzo Jacopo Piccinino venne alle mani con Aleffandro Sforma, e col Conte d’Urbino nel dì 27. di Luglio (¿). Fu quella(b)Cronica una fanguinofa ed ofiinata battaglia, che durò dalle venti ore'2’' Boloena del giorno fino alle tre della notte , con gran perdita di cavai- R°e™Italie.] li da amendue le parti, ma maggiore da quella di Aleffandro , il quale nella iìefla notte tacitamente levò il fuo campo , e fi riduife in falvo. Non reftando dunque oppofitore in quelle contrade , al Piccinino cadde in penfiero di far guerra al Papa , per diftorlo dalla Lega col Re Ferdinando. Calò dunque nell’Autunno nel territorio di Rieti, dove prefe alcune Terre de gli Orfini . Jacopo Savello, che molt’ altre ne poffedeva nella Sabina, s’accordò tolto con lui. Per quefta novità s’empiè di terrore Roma fteiTa. Di ciò avvifati Alejjandro Sforma, e Federigo Conte d’Urbino, valicato l’Apennino, fen vennero su quel di Norcia, e l’arrivo loro fervi a fare, che ritornafle Jacopo Piccinino colle fue milizie a fvernare in Abbruzzo. Tuttavia il Papa pregò Francefco Sforma Duca di Milano d’inviargli alquante delle lue truppe per maggior fua ficurezza. Aveva anche S 2 lo