<3* 550 manierilo del padre. — Sebbene non sia da annoverarsi Battista Ze-lotti fra gli scolari di Paolo, pur lo collochiamo primo fra la schiera onorata di loro che seguirono i modi di lui. Battista, fra lutti i Veronesi, si avvicina più al Caliari quando volle, gli fu compagno, einolo e insieme suo amico, ed ammaestralo nella stessa accademia, ora gli servi ad ajuto ne’ lavori, ora operò e insegnò per sè medesimo, ma quasi sulle medesime orme. Ne scrisse con molta lode il Vasari nella vita del Sanmicheli, nominandolo Battista da Verona, e noverandolo fra’ discepoli di Tiziano. Era, come il Caliari, fecondo d’idee, svelto di pennello, compositore dotto e giudizioso ; e saria stato un altro Paolo se lo avesse pareggiato nella bellezza delle tinte, nella varietà, nella grazia. Infatti le sue opere spesso furon tenute del Caliari ; anzi quelle che fece al consiglio de’ dieci si trovano intagliate sotto questo nome da Valentino le Febre, e la famosa Citarista, ornamento un giorno delle ridenti rive del Brenta, ora nella nostra Accademia, passò sempre e passa siccome opera di Paolo. Lo Zelotti nel dipingere a olio non pareggiò il Caliari : nondimeno gli si appressò tanto, che la Caduta di san Paolo e la Pesca degli Apostoli, che fece al duomo di Vicenza, son tenute da alcuno per tele di quel maestro. Questa città fu il suo maggior teatro : vi si trattenne alcun tempo, e vi tramutò in pittore Antonio detto Tognone, garzoncello che gli macinava i colori ; sicché in città se ne addita qualche pittura a fresco, ed é onorato dal Ridolfi di vita e di elogio. — Tra i Veneti seguaci di Paolo, annoverò lo Zanetti Parasio Michele e Giacopo Lauro, non ¡spregevoli; il primo più noto per quella Pietà nella chiesa di S. Giuseppe a Venezia ; il secondo, trasferitosi in Trevigi, lasciò ivi varie opere dal Federici ricordate. — A questi deonsi aggiungere Ciro da Conegliano, e Cesare, e Bartolo Castagnoli di Castelfranco, e Angelo Naudi, quest’ ultimo assai lodalo dal Palomino per ciò che fece ne’ palazzi reali e in varie chiese della Spagna, pittore di corte del re Filippo. — Luigi Benfatto, detto dal Friso, nipote per sorella, e per molli anni convittore di Paolo, spelta più alla di lui scuola ; chè seguì il maestro ne’ primi tempi anche servilmente ; dipoi si diede a un fare spedito e facile, e poco meno