/ 374 Annali d’ Italia; {■ione alcuna della Repubblica, {labili un accordo col Re, dandogli per oltaggio della fede de Fiorentini le Fortezze di Sarzana, Sarzanello e Pietrafanta. Non molto dipoi volle il Re Pifa e Livorno , e Pietro gliele diede, promettendo il Re con un pezzo di carta di reftituir tutto , dappoiché avelie conquifiato il Regno di Napoli. Andato elio Re a Lucca, oltre all’aver voluto in Aia mano alcune Fortezze, volle ancora gran forama di danaro da quel Popolo, che nulla osò di negargli. Era in quefio mentre, cioè nel dì 8. di Novembre, ritornato a Firenze Pietro de Medici, per rendere conto dell’ imprudente Tuo negoziato ; ma nel dì feguente fi trovò chiufo 1’ adito al Palazzo del Pubblico, effe ndo fommamente irritati contra di lui i Magiftrati per (a)Gukcìar. 1’ accordo fuddettó. (a) Poco flette a folievarfi il Popolo fieffo: Air ^mirati ^a0llC^e Pietro montato a cavallo col- Cardinal Giovanni, e Giu-Sft.d'iFinn-x. liano Tuoi Fratelli, fi fuggì con gran fretta filari della Città, nè Nardi ift. di £ fermò, finché giunfe a Bologna. Nel medefimo giorno fu egli ilT‘nt'edalt' dichiarato co’Fratelli ribello, pofta taglia controle loro pedone, e pofcia mefTo a Tacco il riccfiiffimo loro Palagio. Intanto fece il Re di Francia l’entrata fua in Pifa, dove nel dì 9. di Novembre attruppatafi quella Nobiltà e Popolo, ad alte voci dimandarono al Re la Libertà; e parendo, loro, che le buone parole del Re foffero un chiaro conièntimento alle loro dimande, Ambitamente corfero la Terra, fcacciando i Commeflarj, e disfacendo le infegne della Repubblica Fiorentina: avvenimento, che trafilile il cuore de’Fiorentini. Contuttocìò fpediti Ambafciatori a Pifa, cercarono d’intavolare col Re qualche accordò. Con-{b)Allegretti vien credere, che foffe in buono fiatò il maneggio, (£) perchè fTcm S2j"a‘ ^ ^e ^ar^° ne^ dì 17. di Novembre venuto alla volta di Firen-Her. Italie. ' ze, fu ricevuto in quella Città non folo pacificamente coll’eier-> cito fuo, ma ancora con tutta magnificenza. Allora fi fco.prì meglio, dove poiTa giugnere la non mai fazia Ambizion de’Potenti. Dure & indil’crete condizioni cominciò imperiofamente a pretendere il Re da’Fiorentini, cioè fomme immenfe di danaro, la reftituzione di Pietro de’ Medici, e in fine il dominio della Città: cofe tutte, che moveano a rabbia chi trattava di tedi affari per parte de’ Fiorentini. S’era per venire a qualche brutto fpettacolo, fe non foffe fiato Pietro Capponi uno de’ Deputati , il quale montato in collera al vedere, che da’Minifin del Re fi dava Carta d’accordo, come loro piaceva., lenza volere • far conto'alcuno delle ragioni de’Fiorentini, arditamente in faccia