XLIII m Re Carlo nojlras omnium Romanorum animas, fanclam Dei Eccle-»fiam, & nojlrum Romanorum Reipub/ica populum contro i Greci, che » faceano fovente ogni sforzo, benché lempre inutilmente, per ri-» mettere il piè nella Repubblica. Quindi è, che dopo l’anno752. » col nome di Repubblica non è divifato altro dominio, che l’Ec-» clefiallico : e per 1’addietro in que’venti anni, che feorfero dal » Concilio di S. Gregorio III. I’ anno 732. all' efpuliìon de’Greci; e » 1’ Imperiai dominio, e’I Pontificio amendue anguili, e amendue » diigiunti aveano tal nome. Dell’ Imperiale s’ è detto più che ab-» baitanza. Diremo ora del Pontificio, quanto baili a feiogliere i » due dubbj del noilro Annalilta Copra Roma, e il Ducato Roma-» no, che non erano altro in quelli 22. anni, che la Repubblica de’ » Romani fedeli al Papa, o fia lo Stato Ecclefialtico nafeente. » Rifugiatoli 1’ anno 740. entro Roma il Duca di Spoleti, Tralà-» mondo inleguito da’ Longobardi, vi trovò sì buona difefa, che » Liutprando fu coilretto a levar l’affedio, che per tal caufa avea » pollo alla Città. Ma nel ritirarli, invafe per vendetta quattro Città » del Ducato Romano, Amelia, Orta, Polimarzo, e Bleda. S’era »impegnato il Duca di Spoleti d’ ajutare il Papa, e i Romani a » ricuperarle: ma non attenne la promeffa; e intanto morto S. Gre-r> gorio III. gli fucceffe S. Zaccaria, che dopo due anni d’invafione, «le riebbe dal Re Lombardo. E’notabile 1’ eipreiìion d’Anallafio » (/♦ guerra dilperlì in varie parti del Regno. Nè è meno notabile, 1’ » effe me meffo in poffeffo il folo Pontefice, non il Duca Stefano, » che era lafciato al governo di Roma dallo lleffo Pontefice in fua » affenza, nemmeno i Romani; e con quella circoilanza indicante » il dominio della S. Sede. Dice Anallafio (feci. ziz. ), che arriva-» to il Pontefice col Minillro Regio a Polimarzo, perchè fuiffet iti-» neris longitudo per circuitum fimum Reipublicce per partes Sutrince » Civitatis: per fines Lonqobardorum Tu face, quia de propinquo erat, » idefl per caflrum Viterbvim ipfe Mifus Regís Grimoaldus eumdem » beatiffimum Pontificem perduxit ufque ad Bleranam Civitatem. A que-» ilo parlare affai chiaro, per chi non ha il capo pien di pregiudizj, » e la volontà propenfa a niente credere in vantaggio delia S. Sede, »dà maggior lume la lettera di Gregorio III. a’Vefcovi della Tol-» cana de’ Longobardi un anno dopo invafe le predette Città, già